Steroli vegetali, l’integrazione naturale che combatte il colesterolo

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Quante volte è capitato di trovarsi tra le mani un alimento a base di steroli vegetali? Questi prodotti promuovono la presenza di steroli vegetali come un toccasana per i soggetti che soffrono di colesterolo alto. Ma cosa sono gli steroli vegetali? Si trovano negli alimenti?

Steroli vegetali contro il colesterolo- foto naturopataonline.org

Gli steroli vegetali sono sostanze grasse di origine vegetale strutturalmente molto simili al colesterolo, il composto lipidico policiclico formato da quattro anelli di carbonio uniti tra loro presente in piante e animali.

Cosa sono gli steroli vegetali, dove si trovano e come agiscono?

L’alimentazione è sicuramente la prima fonte naturale di queste sostanze benefiche. In questo senso è possibile trovare gli steroli vegetali negli alimenti di origine vegetale quali:

  • frutta a guscio (pistacchi, nocciole, noci e mandorle)
  • semi (semi di girasole e semi di sesamo)
  • oli di origine vegetale (olio di mais, olio di germe di grano e olio di oliva)
  • cereali (crusca e grano saraceno)
  • frutta e verdura fresca
  • legumi

Steroli vegetali: proprietà

Steroli vegetali e colesterolo- foto blog.edoapp.it

Si dice che gli steroli vegetali combattano il colesterolo “cattivo” o LDL. Ma sarà vero? I fitosteroli sembrano capaci di competere con l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale, riducendo la percentuale di assorbimento. Una volta ridotta la colesterolemia sanguigna, i fitosteroli vengono trasportati nel fegato e contrastano la captazione epatica di colesterolo di origine animale e biliare.

Diverse ricerche mediche hanno sottolineato come un uso regolare di fitosteroli possa garantire una significativa riduzione di colesterolo e concentrazioni sanguigne di diversi ossidanti: 1,5-2,4 grammi di fitosteroli al giorno possono diminuire il colesterolo LDL in percentuali comprese tra il 7% e il 10,5%.

L’organismo però non riesce a sintetizzare tutti i fitosteroli provenienti dall’alimentazione perché le molecole entrate nei globuli rossi vengono rapidamente ri-escrete nel lume intestinali ad opera di trasportatori di membrana: se l’assorbimento del colesterolo varia dal 20 all’80% circa, l’assimilazione dei fitosteroli va da un minimo del 2% a un massimo del 5%.

Tale incapacità a livello intestinale spinge i medici a raccomandare l’utilizzo di prodotti contenenti steroli vegetali e un incrementato consumo giornaliero di frutta e di verdura. Gli integratori di steroli vegetali promettono di sfruttare proprio le sostanze del mondo vegetale per influenzare il comportamento del colesterolo “cattivo”.

Steroli vegetali: controindicazioni ed effetti collaterali

Controindicazioni steroli vegetali- foto drgiorgini.it

Sebbene sia stata dimostrata la proprietà benefica degli steroli vegetali è bene non dimenticare che possono causare disturbi e problemi, soprattutto se vengono consumate in eccesso e senza il parere medico.

Negli Stati Uniti, nonostante l’agenzia governativa che si occupa di regolamentare i prodotti alimentari e farmaceutici (Food and Drug Administration o FDA) abbia dato via libera all’uso di steroli vegetali come additivi alimentari, non sono mancate le perplessità. Gli steroli vegetali potrebbero avere effetti collaterali sulla salute perché capaci di contrastare non solo l’assorbimento del colesterolo ma anche si altre sostanze come vitamine liposolubili e carotenoidi.

I potenziali effetti collaterali dei fitosteroli hanno rafforzato una linea prudenziale che mira a consigliare a un utilizzo degli integratori a base di steroli vegetali solo in caso di un effettivo alto tasso di colesterolo, vietando tassativamente l’uso di fitosteroli da parte di bambini e donne in gravidanza o allattamento.

Un ulteriore aspetto da considerare è che gli effetti positivi dei fitosteroli dipendono esclusivamente dalla risposta dell’organismo, variabile da soggetto a soggetto.

La variabilità genetica individuale per il metabolismo di tali sostanze potrebbe comportare un possibile rischio cardiovascolare provocato dalla sitosterolemia, una patologia autosomica recessiva caratterizzata dall’accumulo di steroli vegetali nel sangue e nei tessuti e responsabile di xantomatosi  (formazione di placche, accumuli di grassi e aterosclerosi) e aterosclerosi letale. In questo senso, la mutazione dei loci per i co-trasportatori ABCG5 e ABCG8 stimolerebbe un maggiore assorbimento degli steroli e una riduzione dell’eliminazione di queste sostanze per via biliare.

I pazienti affetti da sitosterolemia presentano concentrazioni plasmatiche comprese tra 12 e 50 mg/dL, rispetto al valore di circa 1 mg/dL dei soggetti sani. Le formazioni di eritrociti anomali che incorporano fitosteroli nelle membrane, comportando crisi emolitiche, artralgie e aumento dei livelli enzimatici del fegato.

Gli alimenti addizionati con fitosteroli fanno male?

Integratori contro il colesterolo- foto my-personaltrainer.it

Il Comitato Scientifico per l’Alimentazione della Comunità Europea e il Panel on Dietetic Products Nutrition and Allergies dell’European Food Safety Authority (EFSA) sottolineano come il consumo di fitosteroli possa dirsi sicuro a patto che i cibi addizionati l’integratore anticolesterolo non vengano consumati in quantità maggiore della soglia sicura di 3 g pro die.

Ebbene, mantenere il controllo degli alimenti addizionati con fitosteroli e associare uno stile di vita sano e una dieta equilibrata ricca di Omega-3 migliora il colesterolo “buono” HDL e riduce il rischio di problemi cardiovascolari.

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