Ragadi Anali: sintomi, cause e cure
Esistono varie forme di ragadi anali. Oggi vedremo cosa sono, quali sono i sintomi, le cause, le complicanze e le possibili cure.
Cosa sono e come si formano le ragadi anali
Le ragadi anali sono lesioni dell’ano e il suo canale. Una delle classificazioni principali delle ragadi anali viene effettuata in base alla loro durata. Viene definita ragade anale acuta se i sintomi hanno una durata inferiore alle sei settimane. Viene definita ragade anale cronica se hanno una durata superiore alle sei settimane.
Le ragadi anali si formano a causa di una contrattura muscolare dello sfintere anale interno. Questo muscolo infatti rimane sempre sotto pressione, tuttavia quando vi è uno sforzo accessivo i due anelli muscolari, gli sfinteri, ostacolano il passaggio delle feci e avviene uno sfregamento della muscosa presente nel canale anale. Accade così che questa mucosa si lesiona. Se la pressione continua la ragade ritarda a guarire.
Queste lesioni interessano principalmente la zona posteriore, tuttavia non è da escludere un coinvolgimento della zona anteriore, specialmente se il paziente soffre di sifilide, colite ulcerosa e morbo di Crohn.
Le ragadi anali sono diagnosticate attraverso un esame rettale, il quale può essere effettuato in maniera visiva o manuale. Lo strumento utilizzato è l’Anoscopio.
Cause delle ragadi anali
Come abbiamo appena visto le ragadi anali sono causate dalle lesioni del canale anale. Vediamo quando tale trauma si può verificare.
- Feci troppo grandi
- Il soggetto stitico che cerca di far passare le feci molto dure
- Le persone che soffrono spesso di diarrea
- Durante il parto molte donne sviluppano questo problema.
- Inserimento delle dita nell’ano, come ad esempio accade per l’esame della prostata.
- Rapporti anali
Tra le cause meno comuni troviamo:
- Morbo di Crohn
- Cancro anale
- Tubercolosi
- HIV
- Herpes
- Sifilide
Sintomi delle ragadi anali
Le ragadi anali causano fastidi più o meno intensi. I sintomi sono vari e possono manifestarsi contemporaneamente.
Il primo sintomo delle ragadi anali, quello più comune, è il dolore durante e dopo l’evacuazione, può durare anche diverse ore. La persona potrebbe veder comparire anche del sangue rosso chiaro sulla cartaigienica. Comuni anche il prurito e il bruciore anale.
Le possibili complicanze delle ragadi anali
Come abbiamo visto la ragade anale può essere acuta o cronica. Quest’ultima è considerata una complicanza perché è in effetti una ragade che non riesce a guarire e richiede per tanto ulteriori trattamenti, in alcuni casi farmaci e/o interventi chirurgici al fine di riparare la lesione.
La ragade anale è recidiva. Una persona che ha già avuto questo problema sarà soggetto a soffrirne di nuovo. Un’altra forma di complicanza è quella in cui la ragade anale si estende fino all’anello muscolare, lo sfintere anale interno. In questo caso la guarigione è molto più difficoltosa.
Come alleviare i fastidi delle ragadi anali
- Le ragadi anali solitamente guariscono in maniera spontanea. Tuttavia ecco qui elencati alcuni consigli per ridurre il dolore e permettere alla ferita di guarire in tempi brevi.
- Su prescrizione medica potete acquistare una crema contenente anestetico. Aiuta ad alleviare il dolore. Ricordatevi però che questo rimedio dovrebbe essere usato per un tempo massimo di sette giorni. Oltre potrebbe irritare o sensibilizzare eccessivamente la pelle intorno all’ano.
- Crema contenente il cortisone aiuta a ridurre il gonfiore e il dolore. Sarà il medico a prescriverla e può essere usata per non più di una settimana.
- I bagni caldi aiutano a calmare il dolore e permettono alle pareti dell’ano di rilassarsi.
- Dopo l’avvenuta evacuazione delle feci è necessario lavare con cura l’ano e asciugarlo bene. Se state sentendo dolore non utilizzate il sapone perché potrebbe accentuare l’irritazione.
- Non rimandate il momento dell’evacuazione. Anche se il pensiero di andare in bagno non vi aggrada molto visti i fastidi, ricordatevi che ritardando il momento non farete altro che contribuire al problema. Più grandi e dure sono le feci più difficoltà avrete nell’evacuazione.
Alimentazione in caso di Ragadi Anali
Per curare le ragadi anali e per diminuire i fastidi dovete consumare regolarmente frutta e verdura. Questi alimenti infatti sono ricchi di fibre, sostanza che aumenta il volume delle feci rendendole morbide. Combatterete così la stitichezza e proverete meno dolore durante l’evacuazione.
Ovviamente dovete continuare a mangiare come sempre, alternando carne, pesce, uova, pasta ecc. Tuttavia le verdure devono accompagnare i vostri pasti, soprattutto quelli a base di carne, proprio per favorirne l’espulsione.
Bevete circa due litri di acqua ogni giorno. Nonostante l’acqua viene espulsa quasi completamente come urina, una piccola parte va ad ammorbidire le feci. Da evitare invece caffeina e alcol perché causano disidratazione.
Se la ragade anale non guarisce in sei settimane?
In linea generale le ragadi anali guariscono nel giro di una o due settimane. Se il problema dura fino alla sesta settimana, diventa ragade anale cronica. Tuttavia è sempre possibile guarire in maniera spontanea.
Molte persone decidono di ricorrere all’intervento chirurgico, tuttavia questa dovrebbe essere l’ultima spiaggia. Il medico solitamente cercherà di valutare altre soluzioni.
La decisione se proseguire o meno con l’operazione chirurgica dipende solo dalla gravità dei sintomi e da quanto tempo sono presenti. Vediamo adesso quali sono i possibili interventi chirurgici per le ragadi anali.
La Sfinterotomia interna laterale è sicuramente la procedura utilizzata di più in caso di ragadi anali. Offre inoltre le più alte possibilità di guarigione.
Il chirurgo andrà a effettuare un taglio nel muscolo dello sfintere anale interno per tutta la lunghezza della fessura. L’intervento viene fatto in anestesia locale e duca circa 15 minuti. Il paziente verrà tenuto a riguardo solo per poche ore. La guarigione completa avverrà in poche settimane mentre il dolore diminuisce in pochi giorni. Per evitare infezioni il medico potrebbe prescrivere antibiotici.
Altra operazione è la fissurectomia. Qui la ragade viene rimossa e lascia una ferita aperta che guarirà in modo naturale. Viene effettuata sia in caso di ragadi anali che di fistola anale. Altra operazione è quella della dilatazione con litatori, tuttavia non vi sono studi scientifici che dimostrano la sua efficacia.
Qualora tutte le precedenti operazioni non avessero avuto buon fine, allora il medico potrebbe consigliare l’anoplastica. In pratica il tessuto rotto viene sostituito con la mucosa sana del paziente.