Neutrofili: cosa sono e cosa fare quando sono bassi

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Cosa sono i neutrofili? Cosa significa avere i neutrofili bassi quando preoccuparsi ? Approfondiamo oggi l’argomento.

Sangue- foto pixabay.com

I neutrofili sono parte dei globuli bianchi. Sono quindi leucociti e all’interno del nostro corpo il numero è davvero elevato. Vengono prodotti dal midollo osseo, la vita media di un neutrofilo è di due giorni.

Essendo principalmente dei leucociti, il loro compito è di difendere il corpo da germi che potrebbero provocare malattie. Come abbiamo visto i neutrofili vivono circa due giorni e in questo lasso di tempo vanno a eliminare da 5 a 20 batteri ognuno. Lavorano all’interno del sangue e nei vari tessuti del corpo.

I neutrofili inglobano la cellula dannosa e la digeriscono grazie ai loro enzimi. Non hanno però il solo compito di distruggere germi e batteri. Essi hanno anche l’importante compito di regolare la risposta infiammatoria. Nei periodi in cui il corpo è malato, il loro numero aumenta (neutrofili alti e linfociti alti).

I valori normali sono intorno alle 4 mila unità all’interno di ogni millimetro di sangue. Ciò significa che, per rimanere entro una condizione di normalità, i valori devono essere di circa 4 mila unità all’interno di ogni millimetro cubo.

Neutrofili alti

Provette- foto pixabay.com

Quando i neutrofili superano il limite, imposto a circa 7 mila, ecco che si parla di neutrofilia.

È possibile avere i neutrofili alti in gravidanza o durante il ciclo mestruale, in caso di infezioni, stress, tumori maligni, fumo di sigaretta, azotemia, assunzione di alcuni farmaci e malattie del sangue (es. neutrofili alti bambini).

Neutrofili bassi

Neutrofili- foto pixabay.com

Quando il numero di neutrofili è inferiore alla media si parla invece di neutropenia. Può essere una condizione più o meno grave e le cause sono molte. Può trattarsi di una forma di anemia, una cura troppo pesante come la chemioterapia, infezioni di tifo e molto altro.

Sintomi della neutropenia

Molto spesso è asintomatica. Sono molte le persone inconsapevoli di questo problema e lo scopriranno in modo casuale. La sintomatologia dipende molto da quanto sono bassi i valori e da quanto dura il problema. Maggiore è il tempo di presenza, più alto sarà il rischio di contrarre infezioni. I sintomi più comuni sono: febbre e infezioni ricorrenti.

Cause della neutropenia

I motivi che possono portare i neutrofili ad abbassarsi sono vari. Ad esempio può trattarsi di un’anemia aplastica. Può trattarsi di una carenza di acido folico, l’esposizione alle radiazioni, un tumore del sangue, del midollo o dei linfonodi.

Altre volte i neutrofili bassi nei bambini può essere causata dalla sindrome di Kostmann, una malattia genetica causata da un gene difettoso. È in realtà piuttosto rara perché solo qualora entrambi i genitori possedessero questo gene difettoso il figlio potrebbe “ereditarlo”.

Altra causa è la neutropenia clinica, malattia anch’essa molto rara caratterizzata proprio dall’abbassarsi dei neutrofili in modo ciclico, circa ogni tre settimane. Il periodo di questo calo dura solitamente dai 3 ai 6 giorni.

Altra causa può essere la condizione conosciuta come neutropenia autoimmune. In pratica il sistema immunitario riconosce i neutrofili come nemici ed ecco che invia contro di loro anticorpi per distruggerli. Questa malattia interessa soprattutto i neonati ed i bambini con età tra i 5 e i 15 anni. Solitamente si risolve in modo spontaneo. Sono le femmine comunque a rischiare di contrarre la malattia.

Infine, può trattarsi di un effetto collaterale dato dall’assunzione di alcuni farmaci.

Rischi di avere i neutrofili bassi

Sistema immunitario- foto pixabay.com

La neutropenia è un deficit dell’organismo. Quando i neutrofili sono bassi il nostro corpo vede mancare delle importanti sentinelle di difesa qualora si presentino infezioni. La neutropenia rende l’organismo molto più vulnerabile davanti alle infezioni. Una vulnerabilità molto più marcata man a mano che il numero di neutrofili è basso.

Neutrofili bassi e linfociti alti

Se una percentuale alta di linfociti nel sangue segnala la presenza di un malattia in atto allora una lieve neutropenia con linfocitosi si manifesta in concomitanza di infezioni di tipo virale o micobatterica (morbillo, varicella, mononucleosi, influenza, herpes o epatite.

La conta di linfociti risulta elevata perché l’organismo mette in campo uno schieramento di forze per combattere l’infezione specifica, ma che a sua volta riduce la quota di neutrofili.

Le ragioni di questa condizione possono essere ricercate anche nella vita media dei neutrofili che in alcune persone potrebbe essere ridotta o nella presenza di tumori come linfomi o leucemie.

Diagnosi

Esami di laboratorio- foto pixabay.com

La neutropenia viene diagnosticata grazie all’analisi del sangue, per la precisione con l’emocromo citrometrico. Fornisce infatti la conta delle cellule del sangue. La formula leucocitaria poi, va a suddividere tutti i leucociti in percentuale. Moltiplicando queste percentuali per il totale dei leucociti ecco che si ottengono i numeri specifici. Se la diagnosi della neutropenia è piuttosto semplice, si rivela molto più complicato scoprire la causa della sua presenza.

L’ematologo quindi inizierà una serie di indagini. Effettuerà una conta assoluta dei neutrofili, effettuerà test ematici su quelle che sono le funzionalità del fegato.

Effettuerà ricerche di anticorpi e biopsia del midollo osseo per capire se ci sono neoplasie ematiche.

Una volta individuata la causa, se vi è una patologia di base, è necessario passare alla cura per ottenere così la guarigione.

Neutrofili bassi: cosa mangiare e cosa fare

Arance- foto pixabay.com

In caso di neutropenia lieve solitamente non c’è bisogno di una terapia mentre quando i neutrofili bassi sono causati da una patologia allora va curata.

Deve essere combattuta la carenza che causa nell’organismo una grave carenza di difese, fattore che induce a un’assenza di protezione contro le infezioni.

In pratica bisogna rafforzare il sistema immunitario scegliendo alimenti ricchi di vitamine e sali minerali come il ginseng (immunostimolante naturale), gli agrumi (ricchi di vitamina C), l’aglio (immunostimolante e antivirale), funghi (immunostimolanti e antiossidanti), carote (ricche di betacarotene) e i fermenti lattici (germi prebiotici e probiotici).

Per combattere la neutropenia grave vengono utilizzate alcune terapie. Il medico può potare per l’uso di corticosteroidei, i quali consentono di modulare il sistema immunitario qualora fosse presente la neutropenia autoimmune.

Il medico può decidere per di agire con i granulociti in caso di neutrofili bassi, facendo trasfusioni di granulociti neutrofili preparati nei laboratori partendo dal materiale ematico di alcuni donatori. Possono poi utilizzare i G-CSF, che va a stimolare la crescita dei neutrofili.

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