Diverticolite e diverticoli : Terapia, dieta e cura

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La diverticolite è una patologia caratterizzata dall’infiammazione dei diverticoli. Estroflessioni della parete dell’apparato digerente, localizzate soprattutto a livello del colon e del sigma. Molti soggetti affetti da questa malattia risultano essere completamente asintomatici, altri invece presentano un quadro vario di disturbi che va dalla nausea al vomito, dalla diarrea alla costipazione.

Diverticolite e diverticoli

La Diverticolite è una patologia dell’apparato digerente caratterizzata dall’infiammazione di uno o più diverticoli, piccole sacche della parete intestinale che si rigonfiano verso l’esterno. Nella maggior parte dei casi la malattia è localizzata al colon, in particolare a livello del tratto discendente e del sigma.

Anche se non provata scientificamente, la teoria dominante è che la causa della malattia diverticolare sia una dieta a basso apporto di fibre. A conferma di ciò sta il fatto che questa patologia sia molto comune nei paesi industrializzati occidentali, dove il regime alimentare tradizionale è a base di carne, ed invece sia rara in Asia e in Africa, dove si consumano grandi quantità di cereali.

Le fibre aiutano a prevenire la stitichezza, concorrendo alla formazione di feci morbide e quindi facili da espellere. Assumere poche fibre vuol dire soffrire più facilmente di stipsi ed essere costretti a notevoli sforzi per defecare. La contrazione dei muscoli dell’addome causa un aumento della pressione nel colon che, a sua volta, può causare l’erniazione del rivestimento intestinale attraverso i punti deboli della parete. Queste erniazioni, questi sacchetti, queste tasche sono i cosiddetti diverticoli.

Ancora non è chiaro perché i diverticoli si infiammino, ma si ipotizza che la causa siano batteri o feci che ristagnano all’interno.

La maggiorparte degli individui affetti non presenta alcun sintomo. Mentre coloro che lamentano disturbi ne presentano un ventaglio molto ampio e poco specifico, come nausea, febbre, vomito, diarrea, dolore e crampi addominali, bruciore, gonfiore, e costipazione.
Questi sintomi sono tutti riconducibili ad una patologia intestinale qualsiasi e non aiutano nella diagnosi, mentre il segnale rivelatore caratteristico, che non dovrebbe sfuggire ad un medico attento, è la flaccidità in basso a sinistra del ventre riscontrabile durante un banale esame obiettivo.

Poiché la maggior parte dei pazienti affetti da diverticolite non manifesta sintomi, questa patologia si diagnostica spesso casualmente, attraverso test ordinati per altri disturbi, come una colonscopia effettuata per la ricerca di polipi o per valutare le cause del sanguinamento rettale.

Per curare una diverticolite semplice con sintomi lievi è sufficiente che il paziente adotti un regime alimentare adatto.

Nel caso di un attacco più importante è bene che il soggetto riposi, segua un ciclo completo di terapia antibiotica e assuma una dieta esclusivamente liquida per qualche tempo. Alcune volte però ciò può non essere sufficiente ed il quadro clinico presenta importanti complicanze quali: emorragie, infezioni, perforazioni intestinali ed ostruzione del colon.

Il sanguinamento può essere anche molto abbondante ed è sempre consigliabile valutare l’accaduto con il proprio medico. Se l’emorragia non si arresta spontaneamente è necessario intervenire tramite colonscopia e, se anche quest’ultima non ha successo, bisogna resecare chirurgicamente la parte interessata.

Le infezioni di solito scompaiono dopo pochi giorni di trattamento antibiotico. Ma nel caso ciò non si verifichi, esiste il pericolo che il quadro peggiori, con la formazione di un ascesso nella parete del colon. Nel caso sia piccolo può esere limitato dal solo trattamento farmacologico, fino ad asciugarsi spontaneamente. Ma nel caso sia di dimensioni importanti vi è il fondato rischio che provochi una perforazione della parete stessa, con fuoriuscita di pus libero all’interno della cavità peritoneale e dunque peritonite.

Le cicatrici e le aderenze conseguenti di un’infezione possono portare ad un parziale o totale blocco intestinale. In quest’ultimo caso si rende necessario un intervento chirurgico di emergenza.

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