Clamidia: cause, sintomi e cura
La clamidia è una malattia sessualmente trasmissibile che può coinvolgere sia l’uomo che la donna, diventata molto comune nei paesi occidentali.
Il termine “clamidia” si riferisce all’infezione causata dal batterio Chlamydia trachomatis, l’unico genere della famiglia di batteri gram negativi in grado di causare una malattia nell’uomo.
La trasmissione del batterio Chlamydia trachomatis avviene con rapporti sessuali di ogni tipo (orali, anali o vaginali) o a seguito del contatto diretto tra la madre e il nascituro durante il parto.
Serotipi del Chlamydia trachomatis
Il batterio Chlamydia trachomatis raggruppa diversi serotipi o sottospecie che possono determinare diversi tipi di anomalie e sintomi:
- Serotipi L1, L2 e L3 – L’infezione tipica dei paesi tropicali si manifesta con un gonfiore a livello dell’inguine, un ingrossamento dei linfonodi del collo e un’infiammazione dell’intestino retto.
- Serotipi A, B e C – Queste sottospecie provocano un’infiammazione della congiuntiva e della cornea del globo oculare, una malattia tipica delle aree desertiche in cui scarseggia l’acqua.
- Altri serotipi – Gli altri serotipi del Chlamydia trachomatis possono provocare infezioni nelle parti intime, polmonite nei neonati e congiuntivite.
Cause e fattori di rischio
Una volta accertato che il batterio Chlamydia trachomatis si trasmette tramite rapporti sessuali, è possibile delineare alcuni fattori di rischio che possono aumentare le possibilità di contrarre la clamidia:
- Igiene intima – Lo scambio di asciugamani e indumenti intimi crea un contatto diretto con secrezioni infette.
- Rapporti intimi – Intrattenere rapporti intimi non protetti o avere rapporti sessuali con sconosciuti aumenta la probabilità di contagio.
Clamidia: Sintomi
L’infezione da Chlamydia trachomatis è piuttosto comune e, essendo per lo più asintomatica, non sempre viene trattata in modo tempestivo.
La sintomatologia della clamidia è diversa da persona a persona e da uomo a donna e, quindi, deve essere analizzata in modo differente.
Clamidia: Sintomi donne
Il batterio Chlamydia trachomatis infetta l’uretra, la vagina e la parte bassa dell’utero fino ad arrivare al retto creando un pool di sintomi che si manifesta in un secondo momento:
- Bruciori durante la minzione
- Perdite vaginali biancastre e purulente
- Prurito vaginale
- Perdite di sangue tra due cicli mestruali
- Sanguinamento dopo i rapporti
- Perdite ematiche scure in menopausa
- Infiammazione del collo dell’utero
- Dolori al basso ventre
- Febbre improvvisa e nausea
Clamidia: Sintomi uomo
Il batterio della clamidia nell’uomo infetta l’uretra e il retto e si manifesta con sintomi lievissimi, specialmente nella fase iniziale:
- Uretrite (uretra infiammazione e bruciore durante la minzione)
- Minzione frequente
- Secrezioni di muco purulente
- Gonfiore e dolore ai testicoli
- Dolore a livello dell’epididimo (condotto tra testicoli e meato del glande)
- Proctite (infiammazione dell’ano e secrezioni purulente)
- Prostatite (infiammazione della prostata)
Sintomi nel neonato
Abbiamo accennato che la clamidia può essere trasmessa dalla mamma al neonato durante il parto, creando una condizione che si manifesta con particolari sintomi:
- Congiuntivite – Il contatto della regione oculare con le secrezioni vaginali infette possono provocare la congiuntivite.
- Orofaringite – L’infiammazione si localizza a livello di bocca e gola.
- Polmonite – Il batterio arriva ai polmoni e provoca un’infiammazione (polmonite) che fortunatamente non si cronicizza.
- Zone intime – Il neonato presenta l’infiammazione dei genitali e della zona anale.
Diagnosi
La diagnosi della clamidia non è così semplice come si può pensare perché la malattia è per lo più asintomatica e viene ignorata.
In ogni caso il medico non può basarsi soltanto sull’esame del quadro clinico e sull’anamnesi del paziente, visto che la clamidia presenta sintomi sovrapponibili a quelli della blenorragia.
Il percorso di diagnosi non può fare a meno di riconoscere l’agente responsabile dell’infezione mediante diverse analisi:
- Test colturale – Vengono prelevati alcuni campioni di cellule allo scopo di trovare la carica batterica responsabile.
- Immunofluorescenza diretta – Il test mette a contatto un campione cellulare del paziente con un anticorpo specifico marcato con la fluorescina e aspetta che l’antigene venga spazzato via dall’anticorpo.
- Anticorpi nelle urine – La ricerca di immunoglobuline anti-clamidia nelle urine determina la presenza dell’antigene ma non la sua effettiva concentrazione.
- Biologia molecolare – Il Pap Test rivela la presenza di un’infezione batterica, ma non fornisce informazione sull’agente responsabile.
Clamidia: Cura
L’infezione batterica da Chlamydia trachomatis deve essere trattata con una terapia a base di antibiotici, proprio come si fa con qualsiasi tipo di infezione.
Il fatto che i ceppi dei batteri riescano a resistere al trattamento antibiotico rende necessario ripetere il ciclo terapeutico.
Chiaramente se il paziente intrattiene rapporti con un partner fisso è necessario che anche questi si sottoponga al trattamento.
Durante la terapia è buona regola astenersi dai rapporti intimi o usare il preservativo per impedire il passaggio ulteriore della clamidia oppure evitare i baci e i rapporti oro genitali se il batterio si è annidato nella zona orofaringea.
Prevenzione
Il modo migliore per minimizzare l’infezione da Chlamydia trachomatis è ridurre i fattori di rischio che possono aumentare il rischio di contrarre la malattia:
- Igiene – Evitare lo scambio di indumenti, accessori da bagno, costumi da bagno e altro.
- Profilattico – Il rapporto sessuale deve essere protetto quando avviene con partner occasionali.
- Rapporti – È buona regola evitare i rapporti oro genitali con partner sconosciuti, promiscui o infetti.
Conseguenze
La clamidia non presenta un quadro sintomatologico chiaro e grave e per questo il paziente non è consapevole di doversi sottoporre alla terapia.
Non curare la clamidia può essere pericoloso non solo perché si rischia di diffondere il batterio Chlamydia trachomatis inconsapevolmente ma soprattutto perché potrebbe avere delle conseguenze.
Conseguenze nelle donne
Il batterio risale nell’utero e dà vita alla malattia infiammatoria pelvica, un’infezione che può interessare i salpingi, le aree annesse, le ovaie e il peritoneo.
Nei casi più gravi, la clamidia può coinvolgere il diagramma e il fegato e declinarsi in sterilità, gravidanza extrauterina e aborto spontaneo.
Conseguenze nell’uomo
Nell’uomo, invece, la clamidia non curata può provocare situazioni di epididimiti, orchiti e infertilità nei casi più gravi.
Conseguenze nel bambino
Le conseguenze nella donna incinta possono compromettere la salute del neonato: ritardo della crescita, nascita prima del termine, peso alla nascita inferiore alla norma, infiammazione dell’endometrio e infezione da Chlamydia trachomatis.