Sindrome premestruale (PMS) : Quando inizia e rimedi

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La Sindrome Premestruale, PMS, si presenta con vari sintomi. Vi sono quelli che interessano la sfera emotiva come l’irritabilità e la drepressione, e quelli organici come la tensione mammaria ed il gonfiore addominale. Nel caso che la sintomatologia sia troppo invalidante è consigliabile intervenire con una terapia farmacologica.

Sindrome premestruale

La maggior parte delle donne in età fertile avverte l’arrivo del ciclo mestruale con qualche giorno di anticipo. Ma si può parlare di sindrome premestruale(PMS) solo quando questo senso di lieve disagio generalizzato diventa più grave, evidente, fino a influire negativamente sulla conduzione di una normale quotidianità.

I sintomi che caratterizzano la PMS sono molto numerosi ed in genere variano a seconda del soggetto, i più frequenti riguardano la sfera emotiva e consistono in irritabilità, crisi di pianto, depressione e difficoltà a concentrarsi. Poi ve ne sono altri che interessano più specificatamente il corpo, come l’emicrania, la tensione mammaria, il gonfiore addominale e la ritenzione idrica.

Questa sintomatologia non è specifica e può presentarsi anche con altre patologie. La diagnosi non si basa dunque sui sintomi in quanto tali, ma sulla loro ciclicità. La sindrome premestruale, infatti, generalmente inizia a presentarsi una settimana prima delle mestruazioni, crescendo in gravità, per poi affievolirsi dopo che queste sono cominciate. In molte donne però questa parabola è molto più larga, inizia fin dalla metà del ciclo precedente e si conclude qualche giorno dopo la fine del sanguinamento.

Si può fare diagnosi ufficiale di PMS solo se almeno dieci giorni al mese risultano liberi dalla sintomatologia. Se ciò non si verifica bisogna assicurarsi che non si tratti di qualche altra patologia.

La sindrome premestruale si può presentare in qualsiasi momento della vita riproduttiva di una donna, ma è più frequente in età tardiva e nei soggetti che per lungo tempo non abbiano fatto uso di contraccettivi orali. In genere non ha un esordio acuto ma tende a peggiorare con il passare del tempo.

Nonostante siano state avanzate numerose ipotesi, a tutt’oggi non si conosce ancora con certezza la causa di questa sindrome.
Spesso sono stati messi sotto accusa gli ormoni:

  • l’alterato rapporto tra estrogeni e progesterone, a causa di un deficit di quest’ultimo in fase luteinica;
  • l’eccesso o il difetto degli ormoni responsabili del bilancio idro-elettrolitico dell’organismo, come la vasopressina, la prolattina, l’aldosterone e nuovamente gli  estrogeni ed il progesterone;
  • la carenza ciclica di serotonina, conosciuta anche come “ormone del buonumore”.

Ma gli studi fatti al riguardo in realtà non hanno mai dimostrato che le donne affette da PMS presentino livelli ormonali diversi rispetto alla loro popolazione di riferimento.

Nella maggior parte dei casi questa sindrome non viene curata farmacologicamente, ma la paziente cerca di  venirne a patti, di conviverci. Controlla il disagio psicologico e combatte quello fisico soprattutto con un’alimentazione equilibrata ed uno stile di vita più sano, riducendo ad esempio il consumo di alcol, caffeina e tabacco.

Per alcune donne però questa patologia presenta sintomi troppo marcati per poter essere ignorati. In questo caso è consigliabile un approccio terapeutico mirato.

La vitamina B6(piridossina) è molto utile per contrastare il disagio emotivo. La Bromocriptina è indicata per ridurre il dolore al seno. I diuretici sono perfetti contro la ritenzione idrica. Infine, il medico può arrivare a prescrivere anche gli antidepressivi, come la fluoxetina, nel caso i sintomi psicologici siano particolarmente marcati.

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