Simbologia del melograno, significato e leggende
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Il Melograno, delizioso frutto dalle molte proprietà, possiede anche un significato arcaico e profondo. Oggi voglio parlarvi della simbologia del melograno, un frutto dal duplice significato. Simboleggia sia la vita che la morte. Portando il proprio importante contributo simbolico nel tentativo di evidenziare ancora una volta come i due opposti per eccellenza, la vita e la morte, siano collegati da un filo sottile.
Tutti noi pensiamo che la morte sia l’antagonista. La consideriamo come quella che ci strapperà dalle braccia di ciò che amiamo. Non so se è vero, ma ho sentito dire che la vecchiaia porta con se una maggior consapevolezza e l’accettazione, specialmente nei confronti della Signora Nera.
La morte verrà vista come il momento del riposo. C’è chi la teme e non riesce ad accettarla e chi semplicemente, consapevole della sua presenza, riesce a godersi meglio la vita. La melograna secondo me è questo che vuole insegnarci. Vuole ricordarci che lo splendore della vita, la sua energia, i suoi insegnamenti, possono essere tali solo perché c’è il suo opposto, la morte.
Antagonista e opposta non sono sinonimi. Una cosa può essere estremamente diversa da un’altra, ma non per questo esserne nemica. Positivo e negativo sono opposti, però si attraggono. Uomo e donna, luce e buio. Possiamo continuare all’infinito perché con un minimo si osservazione notiamo subito che ogni cosa esistente al mondo (o quasi) possiede il suo contrario. La melagrana ha deciso di rappresentare gli opposti per eccellenza.
Cercando di comprendere meglio il simbolo del melograno ci inoltriamo in alcune leggende arcaiche dal forte significato. Vedremo infatti come la vita e la morte sono spesso accompagnate dal tema del sacrificio. Si aggiunge quindi un’ulteriore significato al melograno.
Se il melograno collega i due mondi, è il sacrificio il gesto che rende possibile questa unione. A dimostrarlo sono diverse leggende. Le prime due che analizzeremo dimostrano come la simbologia del melograno sia saldata fermamente a quella della vita, la terza invece, ci mostra la melagrana come simbolo dell’Ade, fianco a fianco alla bella Persefone.
Il melograno come simbolo della vita
Nonostante il melograno simboleggi la vita, non dimentichiamoci che è sempre (in questo contesto) il sacrificio di un Dio il ponte che collega il non essere all’essere. Il passaggio da uno stato d’inattività (la morte) ad uno di attività (la vita). Potremo dire che il sacrificio è la scintilla che rende possibile la rinascita, il passaggio quindi dalla morte alla nuova vita.
Dioniso e la melagrana
Dioniso era ancora un bambino quando Era, gelosissima delle storie extraconiugali di suo marito Zeus, decise di far rapire il Dio dai Titani. Il piccolo Dioniso venne così messo a bollire in un paiolo e quando il suo sangue fecondò la terra spuntò l’albero del melograno.
Subito riscontriamo il tema del sacrificio, nonostante questo sia stato tutto tranne che volontario. Dalla morte simbolica di Dioniso prende vita un albero, quello del melograno. (leggi anche: l’albero della vita: studio del simbolismo) Ecco però che spunta anche una delle simbologie principali del melograno, la fertilità. Il sangue di Dioniso feconda la terra, la quale donerà il frutto della vita e della morte.
Gli stessi abitanti dell’antica Grecia riproducevano la melagrana con l’argilla posizionandola all’interno delle tombe dei cari defunti. Lo stesso succedeva in Egitto. Questo popolo era solito utilizzare la melagrana nei propri rituali.
La leggenda che vede come protagonista Dioniso è prettamente patriarcale. Non è più la donna a rendere feconda la terra con il proprio sangue mestruale (n.b: cliccando sul link potete approfondire attraverso un mio articolo pubblicato su riflessioni.it l’importanza che il sangue femminile aveva per le culture antiche, specialmente in relazione alla fecondità) ma il dio/uomo virile.
Significato del melograno all’interno di una leggenda dei frigi
I frigi sono stati una popolazione indoeuropea e misero le proprie radici in Antolia occidentale. Ancora una volta troviamo il simbolo del melograno collegato a quello della vita e del sacrificio.
Agados, la roccia, decise un giorno di prendere le sembianze della Grande Madre. Sul proprio corpo riposava il Dio del Cielo e una notte, lasciò cadere su Lei il seme. Dall’unione della Madre e del Padre nacque l’indomito Agdistis. Nessuno voleva prendersi la briga di domare questo essere androgino, solo Dioniso si fece avanti.
Un giorno il Dio dell’Ebrezza trasformò la fonte alla quale si abbeverava Agdistis in vino, così che il Dio si ubriacasse e cadesse addormentato. Durante questo sonno profondo Dioniso legò il membro dell’altro così che, quando si sarebbe alzato, la corda lo avrebbe strappato via. Così accadde e il sangue che sgorgò andò a fecondare il terreno. Nel momento stesso che il sangue di Agdistis toccò terra, nasce una melagrana.
Dopo pochi giorni passò di li la Dea Nana, che colse un frutto dall’albero. Lo posò sul grembo ma questo sparì. Dopo nove mesi nacque Attis.
Da Dio sacrificato, Dioniso diventa il sacrificatore in questa leggenda. Nuovamente vediamo il Melograno nascere dal sangue di un Dio. Soffermiamoci un attimo su una cosa. La melagrana diventa anche simbolo di una vitalità che solo il sangue, il liquido sacro per eccellenza, sa donare. Il succo di melograno (leggi le proprietà del succo di melograno ) è rosso e ricorda molto il sangue. Guarda caso è sempre il sangue di Dioniso, tra l’altro Dio dell’ebrezza e del vino (anch’esso rosso e proveniente da un frutto, l’uva, altrettanto sacro) a fecondare il terreno per far nascere il melograno.
La corrispondenza sangue-vino-succo di melograno cercherò di analizzarla approfonditamente in un secondo momento. Per ora proseguiamo!
Simbologia del melograno nella leggenda di Persefone
Core viene raffigurata spesso con il frutto del melograno tra le mani. La leggenda vuole che, mentre Persefone stava giocando a raccogliere fiori, quando raccolse un narciso la terra si aprì sotto i suoi piedi e venne rapita da Ade, portata nell’oltretomba.
Demetra adirata fece in modo che i frutti sulla terra non maturassero e calò così l’inverno perpetuo. Zeus preccupato inviò il suo messaggero da Ade per chiedergli di liberare la bella Dea. Lui ubbidì e disse a Persefone che poteva andare, ma gli offrì il seme del melograno. Lei mangiandolo accettò inconsapevolmente di passare sei mesi con la madre sulla terra e sei mesi con Ade, come sua sposa, negli inferi.
In questa leggenda il frutto diventa legame tra regno dei vivi e regno dei morti, ed è proprio il suo chicco a costringere la bella Persefone a dover passare sei mesi all’anno con Ade. All’interno di questa leggenda il melograno non è il protagonista, ma è il ponte più forte che troviamo. è colui che permette alla “narrazione” di proseguire. La leggenda è un chiaro riferimento al trascorrere delle stagioni.
Prima era sempre primavera. Con il rapimento della Dea della Fertilità e della Natura, la madre fa calare l’inverno dalla rabbia che sente dentro. Il mondo entra in contatto con questa nuova realtà, la morte apparente della natura. Come ogni grande cambiamento, l’ordine delle cose viene alterato e difficilmente dopo torneranno come prima. Il caos è però destinato a trovare un certo equilibrio.
Zeus ordina a Ermes di liberare Persefone parlando con Ade. Lui in questo caso ha il ruolo di portare l’ordine perché, nonostante il suo gesto iniziale, adesso è pronto a lasciar andare Persefone ma attraverso il chicco della melagrana la legherà per sempre a lui, costringendola a tornare negli inferi per sei mesi, facendo così calare il freddo e l’inverno sulla terra. Ogni anno Persefone, così come la natura, sperimenta la morte. Sempre seguita dalla resurrezione.
Non c’è da sorprendersi se il melograno è considerato anche il frutto della morte. Sia gli antichi egizi che i greci avevano l’abitudine di mettere nelle tombe rappresentazioni di questo frutto.
Riflessioni finali e considerazioni personali sulla simbologia del melograno
Le leggende che abbiamo appena visto, conosciute dalla maggioranza delle persone appassionate di mitologia, mettono il melograno al centro di una forte simbologia che lega vita-sacrificio-morte-rinascita.
Tuttavia, come possiamo vedere specialmente nelle prime due leggende, il melograno è anche simbolo di fecondità. La bella Dea Nana viene fecondata dal semplice tocco della melagrana sul grembo. Pensate che le donne turche utilizzano come metodo divinatorio proprio la melagrana. A seconda di quanti chicchi usciranno dal frutto scagliandolo a terra,sarà possibile il numero dei bambini che avrà la futura partoriente. Anche i rami del melograno sono simbolo di fertilità.
Le atenesi durante i rituali di fertilità erano solite mangiare il frutto e berne il suo succo in onore di Demetra. Il bisogno della fertilità non era rivolto tanto a loro come donne, quanto piuttosto alla terra come Dea Madre che tutti nutre. Questi rituali erano probabilmente collegati alla leggenda che abbiamo visto prima su Persefone. Per ingraziarsi la Dea, le atenesi svolgevano questo rituale.
Anche in Africa e in India le donne bevono il succo di melograno per sconfiggere la sterilità.
Come abbiamo appena visto la simbologia del melograno è costellata da leggende, miti e credenze. Tuttavia sono quattro i suoi significati principali:
- Vita
- Morte
- Fertilità e abbondanza
- Energia e vitalità