Rosolia in gravidanza: cause, sintomi, cure e prevenzione

0

Siamo abituati a pensare alla rosolia come a una malattia infettiva che colpisce l’80% delle persone prima dei 20 anni e dà immunizzazione definitiva. Ma cosa succede quanto si contrae la rosolia in gravidanza?

Gravidanza- foto hamileyim.net

La malattia causata dall’infezioni del virus a RNA del genere Rubivirus appartenente alla famiglia dei Togavirus può essere molto pericolosa se viene contratta in gravidanza.

La rosolia si rivela estremamente pericolosa per il feto e potrebbe portare a spiacevoli conseguenze in gravidanza.

Come si contrae la rosolia

Rosolia- foto positivehealthwellness.com

La rosolia, nota anche come terza malattia dopo il morbillo e la parotide, può essere contratta dalla donna incinta attraverso via aerea. È sufficiente un colpo di tosse o un contatto con la secrezioni nasali oppure orali per veicolare il virus.

Il periodo di incubazione del virus è di circa 2-3 settimana e una persona infetta è contagiosa da 8 giorni prima che la malattia si manifesti fino a una settimana dopo il suo inizio.

È importante che la donna incinta eviti il contatto con soggetti a rischio quali i bambini e per questo, se lavora in ambienti a rischio, può sfruttare l’astensione obbligatoria anticipata fin dal primo mese di gravidanza.

Le Leggi a tutela della maternità e della paternità possono essere richieste in caso di complicanze della gestazione oppure per ambienti lavorativi a rischio.

Rosolia: Sintomi

Macchie rosa- foto flickr.com

I sintomi della rosolia vanno dalle macchie rosa sulla pelle ai gonfiori dei linfonodi, dai dolori muscolari alla febbre lieve. Le cose non cambiano di molto se a contrarre il virus è una donna incinta:

  • Esantema – Le piccole macchie rosa-rosso compaiono prima dietro la nuca e successivamente si espandono per tutto il viso, il tronco e gli arti.
  • Febbre – Anche in questo caso, la malattia si manifesta con febbre lieve e mal di testa.
  • Dolori articolari – La gestante percepisce dolori articolari diffusi per tutto il corpo.
  • Congiuntivite – Gli occhi appaiono rossi e lacrimosi e creano un leggero fastidio nella routine quotidiana.
  • Linfonodi – Come avviene in tutti i casi di rosolia, i linfonodi localizzati dietro al collo iniziano a gonfiarsi.

Rosolia e gravidanza

Gravidanza 13 settimane- foto flickr.com

La rosolia viene definita “malattia infantile” perché colpisce principalmente i bambini, proprio come accade per il morbillo e la parotide.

La malattia diventa rischiosa quando viene contratta da donne in dolce attesa in quanto potrebbe essere trasmessa al feto con conseguenze terribili: aborto spontaneo o morte intra-uterina.

C’è la possibilità che il bambino infettato contragga la cosiddetta “Sindrome della rosolia congenita” o SRC, l’infezione nei primi 5-6 mesi di gestazione.

La trasmissione del Rubeovirus dalla futura mamma al feto avviene attraverso la placenta in qualsiasi momento della gravidanza.

I danni subiti dal feto sono inversamente proporzionali al periodo in cui avviene l’infezione e in particolare i pericoli maggiori si corrono durante i primi mesi di gestazione, vale a dire quando gli organi del bebè stanno per formarsi.

È proprio nel primo trimestre di gestazione che il pericolo di trasmissione materno-fetale aumenta comportando i rischi di aborto spontaneo, morte fetale, infezione placentare o embriopatia malformativa.

Se il Rubeovirus infetta la donna incinta alla 17 esima settimana di gravidanza allora il feto può contrarre la fetopatia rubeolica, un’infezione cronica caratterizzata da alterazioni più o meno gravi.

Dopo la ventesima settimana di gestazione, invece, la possibilità di infettare il feto e i danni subiti calano drasticamente.

Sindrome della rosolia congenita

Rosolia congenita- foto verdinha.com.br

Abbiamo già accennato alla “Sindrome della rosolia congenita” come di una conseguenza pericolosa che avviene nelle prime 11 settimane di gestazione e comporta rischi seri quali ritardo nella crescita intra-uterina, ritardo mentale, danni a vari organi (fegato, milza e midollo osseo), sordità, problemi alla vista e malformazioni cardiache.

Il nascituro potrebbe sviluppare malattie croniche che riducono sensibilmente le aspettative di vita, quali il diabete giovanile, i linfomi o le malattie autoimmuni.

Diagnosi

Diagnosi- foto famme.nl

Il più delle volte, la rosolia risulta asintomatica e questo spesso la diagnosi risulta errata oppure viene effettuata in ritardo.

L’unico modo per stabilire la comparsa di “Sindrome della rosolia congenita” è effettuare un esame per la rosolia in gravidanza come l’Amniocentesi diretti a ricercare gli anticorpi IgM nel liquido amniotico o nelle cellule del cordone ombelicale e valutare le possibili conseguenze.

Test di immunità

Quando la gravidanza è programmata allora la futura mamma deve sottoporsi a un test clinico in modo da scoprire se è immune o meno dalla rosolia.

Il Rubeo-test consiste nel rilevamento di specifici anticorpi nel sangue: IgG (immunoglobuline del gruppo G che indicano l’immunità) e IgM (immunoglobuline del gruppo M che riferiscono la presenza di valori moderati o elevati di anticorpi come espressione di un’infezione recente).

Il risultato del Rubeo-test rende noto il livello di anticorpi presenti nell’organismo in quel preciso momento.

Rosolia in gravidanza: Cosa fare?

Feto 17 settimane- foto ibabysite.com

Purtroppo non esistono terapie specifiche per la rosolia o la “Sindrome della rosolia congenita” e l’unica soluzione è e rimane l’immunità. Per fortuna è possibile procedere alla vaccinazione rosolia in gravidanza!

È sufficiente sottoporsi a una vaccinazione sei mesi prima del concepimento se non si è contratta la rosolia in età infantile per correre ai ripari (vaccino trivalente con morbillo e parotite consigliato per donne in età fertile, donne che vogliono rimanere incinte e bambini dal primo anno di età).

Quando la gravidanza è inattesa, invece, è possibile sottoporsi a vaccinazione, preferibilmente subito dopo il parto in quanto i pericoli per il feto aumentano in maniera graduale nelle gravidanze successive.

Sono molto rari i casi in cui si verifica una reinfezione in persone sottoposte al vaccino rosolia in gravidanza, ma si rivela non viremica e asintomatica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *