Pro e contro del parto in acqua

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Quando il fatidico momento del parto si avvicina molti sono i dubbi e le domande che affollano la mente delle neomamme e dei neopapà. Una delle opzioni che sta riscuotendo più successo da un po’ di anni a questa parte è il parto in acqua, attualmente offerto non solo da strutture private specializzate ma anche dalle strutture ospedaliere pubbliche italiane.

parto in acqua

Si tratta di un metodo da molti ritenuto meno traumatico e più naturale, capace di accogliere il nascituro alla sua nuova vita delicatamente, rispettando anche le esigenze di confort e tranquillità della madre durante l’atto del parto.

Partorire in acqua è oggi una ipotesi concreta, molto più che in passato.

Secondo numerosi esperti e secondo molte donne che lo hanno già provato, il parto in acqua (ovviamente effettuato alla presenza di specialisti e all’interno di strutture adeguatamente attrezzate) presenta numerosi vantaggi sia per la mamma che per il bimbo in arrivo.

Alcuni di questi pro sono:

  1. l’attenuazione del dolore dovuto al travaglio e al parto stesso;
  2. la riduzione del tempo di intercorrenza del travaglio;
  3. il rilassamento generale della partoriente generato dall’acqua, che la aiuta a sopportare meglio lo stress ed il dolore;
  4. il calo delle probabilità di subire una episiotomia (il taglio del perineo, spesso necessario a favorire l’uscita del bambino);
  5. il venir meno dell’esigenza di effettuare manovre pericolose, come quella di Kristeller.

Altri aspetti positivi del parto in acqua sono anche il naturale passaggio del bambino dal liquido amniotico alla vasca riscaldata, la possibilità di allattare il bimbo in vasca attendendo l’espulsione della placenta, la riduzione del rischio di rotture del tessuto perineale e la sensazione di benessere offerta, sia alla mamma che al bambino, dal calore e dalla spinta dell’acqua.

Purtroppo non esiste “il parto perfetto” e anche quello in acqua, nonostante i numerosi vantaggi che comporta, non è esente da problemi e controindicazioni.

Innanzitutto mettere al mondo un bambino in vasca è sconsigliato in caso di:

  1. ipertensione arteriosa;
  2. iposviluppo fetale;
  3. sofferenza fetale;
  4. parto gemellare;
  5. parto prematuro;
  6. gestosi (patologia tipica della gravidanza che si manifesta con aumento della pressione arteriosa, gonfiore agli arti inferiori ed altri sintomi).

Tra gli altri contro di questo metodo c’è, poi, l’impossibilità di ricorrere alla famigerata epidurale, che aiuta la donna a non sentire dolore durante l’espulsione del bambino. L’epidurale viene, infatti, somministrata tramite un catetere che non può essere immerso in acqua. Va però sottolineato che il calore dell’acqua della vasca spesso aiuta la donna a sentire meno dolore, grazie al suo effetto rilassante sui muscoli e alla conseguente produzione naturale di endorfine e ossitocina.

Un altro dato da non sottovalutare è la diffusione a macchia di leopardo delle strutture specializzate, causa, questa, di un generale scetticismo sul tema.

Le partorienti vogliono innanzitutto essere rassicurate sul buon esito del parto e sulla preparazione del personale che le assisterà, cosa non sempre possibile se il numero delle strutture attrezzate è esiguo e se non tutto il personale medico è formato e preparato a prendere parte ad un parto in acqua.
Ciononostante i progressi in questo campo nel nostro Paese stanno permettendo ad un numero sempre più elevato di donne di scegliere di partorire in acqua senza rischi, seguite da medici ed infermieri specializzati. Le strutture che offrono il parto in acqua si stanno moltiplicando e ci si augura che ben presto questo metodo diventi una possibilità concreta, qualora, ovviamente, la partoriente ne faccia richiesta.

Un ultimo appunto va fatto in merito ai miti e alle leggende metropolitane che esistono su questo tema.

Il bambino può affogare? La risposta è: assolutamente no. Nel momento immediatamente successivo all’espulsione del bambino, che avviene appunto in acqua, il riflesso apneico è già presente ed il piccolo non corre alcun pericolo.

Il parto in acqua presenta rischi igienici? Anche in questo caso la risposta è negativa. Attualmente le vasche sono realizzate in materiali altamente tecnologici e controllati, come la vetroresina.

Il parto in acqua è più pericoloso di quello normale? No. Oltre ai vantaggi già citati, l’ampiezza delle vasche (2×1 metri) consente una mobilità ed un comfort eccezionali alla mamma e al piccolo, oltre a fornire lo spazio necessario all’intervento del personale medico nel caso qualcosa vada storto.

Se state prendendo in considerazione l’ipotesi di partorire in acqua vi consigliamo comunque di consultare il vostro medico e l’ospedale scelto per il parto.

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