Plastica in mare, il nuovo studio

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I danni all’ambiente creati dall’uomo ogni anno si fanno sempre più sentire! Quando si parla di inquinamento, tra tutti gli animali che popolano il nostro ben pianeta, non ci batte davvero nessuno! Oggi parliamo di un problema che non possiamo ignorare, l’inquinamento in mare, più nello specifico la plastica che sta uccidendo la fauna e la flora marina.

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Sempre più spesso gli esperti ci consigliano di mangiare bene e seguire un ottimo regime alimentare. Il pesce per esempio è tanto pubblicizzato, ma parliamoci chiaro, ci raccontano solamente dei benefici che offre, ma non dei possibili svantaggi che possiamo riscontrare nella sua assunzione specialmente se troppo frequente.

Il mare è inquinato, lo possiamo definire la grande discarica dell’uomo e naturalmente tutto quello che proviene da esso e finisce sulle nostre tavole non è da meno!

Il problema dove sta? In molte cose in realtà, ma oggi ci concentriamo sulla plastica che finisce in mare. Per la precisione sono microsfere che vengono assimilate dai pesci e ovviamente noi a nostra volta ci cibiamo di loro. Chiaramente questa notizia è anni che possiamo leggerla o sentirla in qualche trasmissione, insomma niente di nuovo possiamo dire.

Il pesce contaminato non è per niente salutare e noi ogni giorno contribuiamo ad aumentare la sua tossicità. In casa abbiamo svariati prodotti che presentano tali particelle e indovinate dove finiscono queste sostanze chimiche? Ovviamente in mare, negli oceani e nei fiumi, insomma non si salva proprio niente acqua dolce e salata sono compromesse da noi.

La plastica in mare è presente anche sotto forma di granuli invisibili all’occhio umano. Queste “sostanze” sono assimilate dai pesci nei loro tessuti e noi ci nutriamo con questi esseri viventi.

La Francia ha preso visione del problema e quindi dal 2018 provvederà con una legge a vietare la vendita dei cotton fioc e altri prodotti che possiedano questa plastica in granuli a loro interno. Ricordiamo che numerosi prodotti per la pelle, gli scrub e i dentifrici sono tra questi elementi che causano l’inquinamento di cui stiamo parlando adesso in questo articolo. Secondo le stime (le quali non promettono proprio nulla di buono) sono cinquemila tonnellate all’anno solo per quanto riguarda l’Europa. Insomma un inquinamento di enormi proporzioni.

Entro il 2018 la Francia e l’Australia saranno pronte per far rispettare la legge sulla rimozione di questo agente inquinante presente nei prodotti di utilizzo comune. Naturalmente l’Italia non ha aderito a questa nuova per marginare, almeno in piccola parte, questo problema che riguarda tutto il pianeta, forse fra qualche anno anche il nostro paese sceglierà di unirsi alla causa.
In poche parole tanto per rendere meglio l’idea sul problema in questione, il pesce contaminato presenta circa il 10% di plastica. Ovviamente in base a quanto se ne consuma il nostro corpo ne assume più o meno.

Questo agente inquinante denominato (Pbde) lo troviamo nel pesce e quindi nella nostra alimentazione. Per meglio dire queste particelle vengono mangiate involontariamente dai pesci e poi noi a nostra volta gli assumiamo, integrando anche la plastica. Generalmente questa sostanza trova impiego come ritardante di fiamma ed è chiaro che non deve essere presente nel pesce. Tra i danni che causano queste sostanze troviamo danni ovarici (per le donne) e ritardo mentale nei piccoli.

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