UE: va fissato un tetto massimo per la pesca di pesce spada
Karmenu Vella, commissario europeo all’ambiente, ha deciso che durante la prossima riunione dell’ICCAT che si terrà in Portogallo, vuole fissare una quota per la pesca del pesce spada nel Mar Mediterraneo. Questo perché vi è stata una netta diminuzione del pesce spada. Negli ultimi trent’anni c’è stato uno sfruttamento tale di questa popolazione, che l’ha portata a diminuire del 70%.
Per evitare la chiusura della pesca di pesce spada è fondamentale quindi usare un piano di recupero. Il nostro Paese non è contrario alla proposta della Commissione ma vuole valutare bene qual è l’impatto ambientale, sociale ed economico. La riunione si svolge in Portogallo a novembre e l’Italia ha già deciso di richiedere un aumento della pesca di tonno al 20%.
L’Unione Europea deve fissare entro il 2020 un tetto massimo per la pesca di pesce spada visto che si è ridotta di 1/3 per via della sovrapesca. Viene fatto notare comunque che è fondamentale studiare a fondo la cosa perché, come fa notare Coldiretti Impresapesca: “la fissazione di quote di cattura rischierebbe di innescare manovre speculative sul prodotto” provocando di conseguenza anche la disoccupazione in un settore già in crisi.
Illegalmente ogni anno sembrano esserci 25 milioni di euro annui coinvolti nella pesca del pesce spada e, qualora siano fissate delle quote, ecco che potrebbe intensificarsi la pesca illegale e soprattutto, la cosa potrebbe vergere a favore dei grandi armatori schiacciando invece la piccola pesca.
Il WWF si dichiara dal suo punto di vista molto preoccupato. Giuseppe DI Carlo, il direttore all’interno del WWF della Mediterranea Marine Initiative dice: “Non c’è tempo da perdere. Vanno prese misure immediate per invertire il declino dello stock. Circa l’85% della flotta di pesca del pesce spada nel Mediterraneo è costituita da imbarcazioni dell’UE ed è a questa che spetta prendere l’iniziativa per garantire un futuro sicuro per questa specie iconica del Mediterraneo.”
Il WWF consiglia di limitare la cattura e chiudere la pesca da ottobre a febbraio, così da evitare che siano catturati esemplari giovani che ancora non si sono riprodotti. Chiaramente consiglia anche di monitorare con un’attenzione superiore le catture illegali.