Olio per friggere, quale usare?
Quale olio si deve usare in cucina per friggere? Oggi parliamo proprio di questo! L’olio determina il gusto della pietanza e senza ombra di dubbio la sua qualità dal punto di vista della salute.
La frittura è un tipo di cottura sempre ricercata perché riesce a rendere ogni cibo pi buono. Il problema è che in molti commettono errori che non dovrebbero essere fatti, visto che è l’organismo alla fine a risentirne. Per ogni regione del nostro Paese possiamo trovare metodi di fritture diverse. Specifichiamo che la frittura è conosciuta in tutto il mondo, anche se in alcune zone è più o meno usata. Sembra anche essere un metodo di cottura molto antico.
La tecnica della frittura non è così banale come in molti possono pensare, ci sono delle regole da rispettare sia per la pietanza che per ridurre i danni all’organismo. Per esempio:
- Il grado di cottura
- Quanto olio usare
- Quale olio impiegare per friggere
- Il tempo della frittura
Adesso passiamo ai consigli utili a tutti coloro che vogliono preparare fritture a regola d’arte e che non risultano dannose per l’organismo. Prima di iniziare ricordiamo che il fritto non deve essere consumato spesso perché non è salutare di per se, se mangiato ogni tanto non è nocivo ma quando è portato sulle tavole troppo spesso si (anche se vengono seguite tutte le regole necessarie).
L’olio deve essere scaldato prima di cuocere la pietanza ma arrivato ad una certa temperatura può essere dannoso perché raggiunge il così detto punto di fumo. Questo aspetto può innescare il processo di ossidazione, il quale comporta la comparsa di sostanze dannose per il nostro organismo.
Chiaramente il sapore della frittura tende a cambiare anche in base a le quantità di olio utilizzate. Inoltre non deve essere impiegato nuovamente per cuocere altri alimenti, aspetto che sfortunatamente accade spesso da parte delle industrie o nei locali di ristorazione. Per consumare una frittura salutare la scelta più indicata è quella di prepararlo in casa.
Bisogna tenere presente anche della composizione chimica dell’olio utilizzato per friggere. Dato che si possono acquistare diverse tipologie di oli ma non tutti si presentano uguali. La temperatura ne altera la composizione e bisogna prestare la massima attenzione.
L’olio extravergine di oliva si rivela anche un buon antiossidante e presenta acidi grassi monoinsaturi, questo rende tale prodotto più stabile.
Punto di fumo
L’olio durante la cottura viene compromesso quando raggiunge il punto di fumo. In poche parole si tratta di quando l’olio emana fumo prima di bollire. In quel preciso momento si formano le sostanze dannose per il nostro organismo che nel tempo risultano molto nocive perché cancerogene.
In pratica è la glicerina che si separa dagli acidi grassi, dando vita al processo di sviluppo di sostanze dannose come appunto l’acroleina. Tale elemento irrita le mucose se assunto in piccole quantità, mentre per concentrazione alte dimostra effetti cancerogeni, deve comunque essere assunta frequentemente.
La temperatura per friggere è di 180° quindi occorre conoscere il punto di fumo dell’olio utilizzato. Ecco un piccolo elenco illustrativo:
- 130° per l’olio di soia e di girasole
- 160° per l’olio di mais
- 180° per l’olio di arachidi
- 210° per l’olio extravergine d’oliva
In merito all’olio extravergine d’oliva è opportuno utilizzare come alternativa quello di arachidi perché il sapore è più delicato. È importante anche usare molto olio per friggere dato che la temperatura tende a calare quando viene aggiunto il cibo.