La dieta vegana per guarire dal cancro, il servizio a Le Iene
Paolo Trincia firma un servizio per Le Iene e racconta la storia di Antonio. L’uomo, con una metastasi al cervello e due tumori al polmone, si è sottoposto per otto lunghi anni alla chemioterapia, alla radioterapia e a due operazioni. Cure dolorose che, dopo tutto questo tempo, decide di rifiutare, ma senza per questo arrendersi.
Ecco che inizia un’alimentazione vegana e una dieta alcalinizzante. Incredibile ma, Antonio guarisce. La malattia regredisce. E’ davvero merito dell’alimentazione vegana? Non è certo facile dire se il merito sia della dieta, ma Antonio decide di raccontare la sua storia e lasciare che siano i fatti a parlare.
” Mi è stato diagnosticato un tumore al polmone destro, mi sono operato e sono stato bene per tre anni e mezzo. Nel 2009, facendo una lastra, ho scoperto un nuovo tumore all’altro polmone, il sinistro. Un’altra operazione. E mi hanno fatto fare un ciclo di chemioterapia. Nel 2011 mi hanno trovato un’altra metastasi al cervello”
A questo punto il signore si sottopone alla radioterapia e la massa tumorale diminuisce, ma ne resta un residuo. Si rifiuta di andare avanti con la chemioterapia e sceglie di arrendersi. Il figlio inizia a cercare informazioni e scopre The China Study di T. Collin Campbell. Ecco che allora si apre uno spiraglio di luce, qualcosa di forse completamente differente rispetto a quello che si adpettava.
Scopre che forse, suo padre diventando vegano, qualcosa può fare. Pare infatti che le proteine animali potrebbero avere un collegamento con il tumore. Il padre, amante della buona cucina e della salsiccia, accetta dopo tempo a provare questa strada.
Un percorso non votato al “fai-da-te”. A seguirli infatti, la Dottoressa Michela De Petris, un medico chirurgo esperto proprio nella terapia dietetica di un paziente oncologico. Oltre che membro del Comitato Medico Scientifico dell’Associazione Vegetariana Italiana.
Antonio inizia a consumare solo piatti vegan, puntando soprattutto sul crudista. Un cambio di alimentazione quasi totale, perché qualche sgarro comunque se lo concede. Inizia a consumare frutta, centrifuga, insalate, semi, spezie ortaggi e acqua alcalina.
Il suo scopo era quello di eliminare le proteine di origine animale, che infiammano l’organismo. Una dieta a base di vegetali offre benefici e maggior possibilità di guarigione. In due mesi Antonio perde 18 chili, finalmente ha di nuovo una buona forma fisica e inizia a sentirsi molto meglio. Passati tre mesi, torna a farsi controllare e scopre che il tumore è del tutto regredito.
Sono passati due anni e mezzo da quanto ha vinto la sua personalissima battaglia. Il tumore non è più tornato e la sua nuova alimentazione ha coinvolto la famiglia intera.
La dottoressa oncologa dell’ospedale comunque, ricorda che il pazisente si è sottoposto a radioterapia e probabilmente se non avesse seguito le cure mediche, la dieta vegana non avrebbe potuto far tutto da sola. Dice che: “Non abbiamo dei numeri per poter confermare che solo la dieta lo abbia curato: in medicina ci vuole la statistica”
La De Petris invece, dice: “Bisogna valutare la gravità della patologia e se ci sono altre patologie concomitanti, ma non c’è una malattia che non si giovi del miglioramento dello stile di vita alimentare. Cambiando alimentazione in tanti casi è possibile guarire da patologie, come nel caso di allergie, patologie dermatologiche, diabete, soprattutto di tipo due, patologie infiammatorie intestinali, colesterolo alto, calcolosi, malattie autoimmuni e, molto spesso, patologie tumorali, come quelli ormonosensibili: mammella, colon, prostata”
Come mai di tutto questo non si parla?
In realtà si parla molto su internet, soprattutto all’interno dei blog e siti di settore, di questa correlazione tra alimentazione e malattie. Tuttavia, poco viene spiegato da chi di dovere, i medici curanti e specialisti.
Una sana alimentazione come conferma la De Petris, può essere di grande aiuto per prevenire e scondiffere numerose malattie. Ma qual è il rapporto tra alimentazione e tumori?
E’ il dottor Franco Berrino, sempre davanti al migrofono de Le Iene, a dare qualche risposta interessantw. Berrino è un esperto, direttore per anni del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei tumori di Milano. Adesso l’uomo è in pensione ma le idee le ha piuttosto chiare.
Berrino dice che il cibo deve essere usato e pensato da un punto di vista terapeutico. Un tumore nasce e cresce quando il terreno è favorevole e l’alimentazione modifica l’ambiente interno. Questi cambiamenti sono associati a un rischio maggiore di tumore.
Nel 2007 il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro consigliava ai malati di alimentarsi con cibo vegetale e non raffinato.
Perché negli ospedali il cibo servito è di scarsa qualità, quando invece dovrebbe essere servito solo il meglio? Probabilmente perché non si è ancora diffusa la cultura che l’alimentazione sana è una buona medicina. E, sempre come sottolinea il dottor Berrino: “Mettiamola così: se noi ci ammaliamo, aumenta il PIL, c’è crescita, diminuisce lo spread. La sanità è la più grande industria nazionale. Non c’è un interesse economico nei confronti della prevenzione”.
Non vi sono prove certe che un’alimentazione particolare più aiutare a guarire dal tumore, vi sono solo indizi.