Imbolc, la festa del Fuoco e della Fanciullla
Le giornate passano talmente veloci che, ne sono certa, il tempo di chiuder gli occhi che sarò già a Imbolc, il 1 febbraio. Così con un discreto anticipo vi parlo di questa meravigliosa festività ormai quasi dimenticata ma tanto amata dai nostri antenati.
Imbolc è una festa celtica, uno degli 8 sabbat e uno dei quattro inferiori. Viene chiamato anche Oimelc o Imbolg e spesso confuso con la moderna Candelora, festività cristiana che festeggia la presentazione al Tempio di Gesù il 2 febbraio. Altro nome ricorrente tra gli antichi celti era “festa della pioggia“. Dal 1 febbraio le giornate iniziano a essere più soleggiate e ci avviciniamo a piccoli passi all’equinozio di primavera.
Storia e spiritualità di Imbolc
Gli antichi celti accendevano fuochi rituali a Imbolc. Il fuoco rappresentava la luce crescente. Veniva festeggiato il risveglio della natura. I festeggiamenti erano pacati e non venivano date grandi feste. Il clima non lo permetteva e certo mancavano tutti i confort di oggi. Erano soprattutto le donne a ritrovarsi con l’intenzione di festeggiare la dea Brigit, la dea triplice del fuoco.
Durante questa festività venivano eseguiti anche rituali della fertilità e di purificazione. Era il momento buono per consacrare le candele e gli oggetti rituali. Anche i semi da piantare venivano consacrati oggi.
Oggi Imbolc viene vista come uno degli 8 sabbat. Ancora oggi le persone che onorano questa antica tradizione eseguono piccoli rituali per consacrare candele, erbe e incensi. È forte l’idea che sia uno dei momenti migliori per purificare le cose ma anche se stessi. È il momento per rimuovere il vecchio e far posto al nuovo. Di fare il punto situazione.
A Imbolc la Dea Fanciulla viene onorata con la costruzione di bamboline di grano, messe poi in geste che le donne portavano fuori bussando alle porte dei vicini per ricevere doni. Le donne più anziane erano invece incaricate di costruire le bacchette che la bambole avrebbero tenuto in mano nel momento in cui venivano arse.
Introduzione a Brigit
Brigit, figlia del Dio Dagda, era considerata la Dea triplice del fuoco, colei che vegliava sui creativi e coloro che erano capaci di guarire. Si identifica con Athena. Patrona dei guaritori, di tutti i poeti e dei fabbri. La poesia era considerata arte nobile capace di rievocare la memoria degli antenati. L’arte di lavorare i metalli era ritenuta anch’essa magica, così come quella di saper guarire grazie al tocco delle mani e l’uso delle pozioni. Per onorare la Dea Brigit le donne erano solite adoperare specchi per fare divinazione e la coppa per rappresentare il ventre materno.
Le somiglianze tra la Dea Brigit e la Santa Bridget sono tante, non solo il nome. Entrambe vengono festeggiate in corrispondenza a Imbolc, la Dea il 1 febbraio, la santa il 2 febbraio. Se la Dea Brigit era la patrona del fuoco, le 19 monache incaricate di custodire il monastero irlandese di Kildare dovevano anche mantenere SEMPRE acceso il fuoco sacro alla Santa. Su Santa Bridget non vi sono alcune prove che sia esistita realmente, e la sua figura è tanto più vicina alla leggenda che alla realtà.
In questi giorni che ci separano da Imbolc pubblicherò vari approfondimenti. Sono in creazione già due articoli, uno dedicato a come prepararci all’arrivo di Imbolc, l’altro a come festeggiare Imbolc.
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