Fritto: Quanto fa male?
La frittura fa davvero male? Una ricerca italiana dimostra il contrario.
L’argomento sulla frittura è davvero interessante e vede coinvolte molte persone che del fritto non riescono a fare proprio a meno. Di certo sappiamo che la frittura non fa bene al nostro corpo, eppure una recente ricerca italiana, rasserena gli animi degli italiani, in quanto sostiene che non fa male come si frigge ma quale tipo di olio si usa per friggere.
La ricerca italiana
Ma vediamo di cosa si tratta. Un gruppo di ricercatori della facoltà di agraria dell’Università Federico II di Napoli, è riuscito a dimostrare che le patatine fritte con l’olio extravergine d’oliva sono in grado di liberare sostanze antiossidanti, alleati sicuri contro l’invecchiamento. Sull’argomento è arrivata una nota dell’Unaprol Consorzio olivicolo italiano, e nello specifico l’intervento del Presidente di Unaprol, Massimo Gargano, che ha spiegato come l’olio extravergine rispetto ad altri oli, resiste meglio alle alte temperature, e proprio per questo presenta un contenuto molto basso di polinsaturi ma sopratutto ravvede la presenza di sostanze antiossidanti.La ricerca non è nuova nel settore, già nel 2012, i ricercatori erano riusciti a dimostrare che la frittura non fa del tutto male se si sta attenti ad alcuni particolari, come ad esempio evitare la pre-frittura o ancora zucchine e melanzane assorbono più olio rispetto alle patatine, il 30 % contro il 5%: una differenza da non sottovalutare.
Storia della frittura
Per tutti gli amanti del fritto, ecco un breve accenno storico di come nasce la frittura. Friggere è un metodo molto antico, già conosciuto dagli Egiziani, attraverso l’utilizzo dell’olio di semi, ma anche dai Romani, che nell’olio d’oliva friggevano le frictilia, antenate delle chiacchiere, conosciute anche come bugie di carnevale: dolce tipico del periodo carnevalesco.Durante il Medioevo invece prende il sopravvento lo strutto.Ovviamente il fritto va consumato con moderazione, sopratutto per chi ha problemi di fegato e malattie cardiovascolari.
Quando il fritto fa male
In linea generale gli esperti consigliano il consumo limitato e moderato del fritto, per tutte quell’insorgenza di malattie e disturbi che già conosciamo come ad esempio il formarsi di tossine acide nel nostro organismo che non fanno altro che intasare il nostro corpo, provocando un aumento di peso, nonostante il consumo limitato di cibo.Tra tutti gli oli alimentari, quello novello è ricco di proprietà curative e dimagranti; L’olio novello è una miniera davvero indispensabile di acidi grassi essenziali, quali Omega 3, 6 e 9 ma è ricco anche di vitamine A, B, zolfo, fosforo, ferro. Ricordiamoci anche, che l’olio d’oliva mantiene bassi i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, ideale per fritture, in quanto, come abbiamo già detto, mantiene la cottura e non produce scorie.
Olio di girasole e olio di vinaccioli
Per concludere vogliamo parlare dell’olio di girasole e dell’olio di vinaccioli. L’olio di girasole va bene per condire pasta e minestre, in quanto ricco di clorofilla e vitamina E, alleati contro il colesterolo cattivo. L’olio di vinaccioli è ricco di Omega 6 ed è l’ideale per condire il pesce.
Conclusioni
La frittura quindi non fa del tutto male, basta saper scegliere l’olio giusto e saper mantenere la temperatura dell’olio tra i 160° e i 180° gradi. In questo caso può venirci d’aiuto una friggitrice e di mettere ad asciugare il cibo su carta assorbente, ma sopratutto non riutilizzare mai l’olio già fritto. Un’alimentazione sana ed equilibrata, fatta sopratutto di frutta e verdura, aiuta positivamente il nostro corpo, che però ha bisogno anche dei grassi giusti, basta non esagerare.
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