Disastri ambientali: i più terribili e distruttivi

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La storia dell’umanità è costellata di diversi disastri ambientali. Alcuni hanno avuto ripercussioni sulla salute dell’ambiente e delle persone in maniera fulminea ma limitata nel tempo. Altri disastri ambientali invece, hanno continuato a dare problemi per molto, moltissimo tempo. Nell’articolo di oggi voglio parlarvi proprio di queste situazioni catastrofiche che hanno segnato per sempre la vita di centinaia o migliaia di persone, ricordando quelle più importanti e distruttive di sempre.

Disastro nucleare di Chernobyl

disastri ambientali 1 Tra i disastri ambientali più famosi e tragici di sempre non possiamo che ricordare quello che riguardò Chernobyl. Fu proprio in questo caso che la vera potenza del nucleare fu valutata sotto una nuova luce e portò diversi paesi, compreso il nostro, ad adottare nuove misure di prevenzione. Il disastro nucleare di Chernobyl risale al 1986. A distanza di tutti questi anni i danni continuano a venir fuori. L’impatto ambientale fu davvero elevato. Tutt’oggi in Bielorussia e Ucraina vi sono delle aree contaminate, così come in Europa. Anche il suo infatti venne contaminato, aumentando appunto la portata del danno. L’esplosione nucleare di Chernobyl, che come ricordiamo ai giovanissimi avvenne a causa di un test che condusse ad un incendio, un’esplosione, 56 morti iniziali e 4.000 casi di cancro successivamente, non ha toccato più di tanto l’Italia che è stata comunque protetta dalle Alpi. Ad oggi, fino a 30 chilometri dalla zona interessata, vi è un deserto dove importanti quantità del materiale nucleare si trovano ancora in stato di decomposizione. Le radiazioni di questa esplosione sono state superiori anche rispetto a quelle delle bombe lanciate su Nagasaki e Hiroshima.

Marea Nera nel Golfo del Messico

disastri ambientali 2 Il Golfo del Messico è stato protagonista di quella che, giustamente, è stata definita come il più grave danno che ha interessato l’ambiente marino. Per oltre 100 giorni il Golfo del Messico è stato vittima di uno sversamento di greggio proveniente dalla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon che serviva per costeuire un pozzo in profondità. I danni causati all’ecosistema continuano ad essere stimati ma sono in continuo aumento. Nonostante sia passato poco tempo dal disastro, accaduto il 20 aprile 2010, già i media non ne parlano più. La verità però è che effettivamente non sono ancora stati smaltiti i 500 milioni di litri di petrolio (oltre 5 milioni di barili finiti in mare). I danni al settore del turismo, della pesca e di tutte le altre attività essenziali per la zona, sono stati immensi. La compagnia BP, responsabile del danno, ha dovuto inizialmente versare 7.8 milioni di dollari per contribuire a riparare i danni, più altri 125 mila dollari per quelle attività private che sono state messe in seria difficoltà a causa dell’accaduto.

Centrale nucleare di Fukushima

disastri ambientali 3 L’11 marzo del 2011 la città giapponese Fukushima è stata colpita da un disastro nucleare che passerà alla storia. Rientra quindi tra i danni ambientali causati dalla natura stessa. Fu uno tsunami, che colpì la costa orientale, a dar vita al disastro. Le onde raggiunsero l’altezza di 30 metri e si scatenò anche un terremoto con magnitudo 9. Le centrali nucleari di Fukushima andarono in tilt a causa di questi eventi, portando poi all’esplosione della centrale di Fukushima. Più di 100.000 persone vennero evacuate, stabilendo che oltre i 30 chilometri da dove si scatenò “l’inferno” dovesse rimanere deserto. Moltissime persone in quell’occasione rimasero vittime delle radiazioni. Ma siamo sicuri che sia tutto stato scatenato dalla natura? Nonostante il terribile tsunami che si è abbattuto sulla città giapponese, sembra che l’incidente nucleare sia avvenuto a causa dell’errore umano. Vi sono state delle carenze sul fronte sicurezza, derivate da una non corretta comunicazione e gestione tra Governo e la Tepco. Così dichiararono i commissari parlamentari che si occuparono di analizzare ogni dettaglio di questa situazione: “La centrale nucleare di Fukushima era in condizioni vulnerabili che non garantivano di far fronte al terremoto e allo tsunami. Pur avendo una serie di opportunità di adottare misure, le autorità di regolamentazione e la Tepco hanno deliberatamente rinviato le decisioni, non hanno intrapreso azioni di tutela” A causa dello tsunami, il più potente misurato in tutto il Giappone e il settimo di potenza a livello mondiale, ha causato insieme al terremoto 15.703 morti, oltre 5.000 feriti e più di 4.000 dispersi.

Nube di TCDD in Brianza

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In data 10 luglio 1976, nel comune di Seveso, in Brianza, una fabbrica di pesticidi rilasciò una nube di TCDD (tetraclorodibenzoparadiossina). Oltre 37.000 persone venno esposte a questa sostanza chimica. L’intera zona fu invasa da sostanze ritenute da subito tossiche, pericolose tanto per le persone quanto per le aziende. Ricordiamo infatti che più di 80.000 animali vennero macellati per evitare un danno enorme alla catena alimentare.

In quell’occasione più di 600 persone dovettero evacuare la zona per volere delle autorità. La TCDD ricordiamo infatti che è una delle sostanze chimiche tra le più tossiche in assoluto.

In pratica il reattore chimico che serviva alla produzione di triclorofenolo andrò in avaria, causando l’aumento della temperatura oltre i limiti tollerati. Sembra che la causa sia da attribuire all’arresto volontario del processo di lavorazione,senza però che venisse azionato anche il processo necessario di raffreddamento della massa, cosa che avrebbe constrastato l’esotermicità di questa reazione. Tutto ciò viene aggravato dal fatto che l’acidificazione del prodotto venisse fatto dopo e non prima la distillazione.

L’alta temperatura causò una modifica della reazione stessa, la quale portò alla formazione di TCDD, la quale uscì nell’aria in quantità non definita e formò una nube tossica che coprì i comuni di Desio, Seveso, Cesano Maderno e Meda. Quello più esposto fu il comune di Seveso, il quale era immediatamente a sud della fabbrica. Non causò morti, ma i danni alla salute furono immediatamente evidenti e sono ancora oggi sottoposti a studi. La popolazione venne informata solo 8 giorni dopo della gravità di questo evento.

Nube tossica a Bhopal

Il disastro accadde il giorno 3 dicembre 1984. Nello stabilimento Union Carbide India Ltd di Bhopal venivano prodotte grandi quantità di pesticidi e proprio da questo luogo venne sprigionata una pericolosa nube tossica che fa rientrare oggi “l’incidente” tra i disastri ambientali più memorabili e pericolosi di sempre. La nube tossica di isocianato di metile conteneva 40 tonnellate e causò la morte di oltre 3.000 persone. Solo nel 2010 un tribunale del luogo emise la sentenza contro 8 ex dirigienti indiani, accusati sia di grave negligenza che di omicidio colposo.

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