Dieta a zona: come funziona esattamente e in cosa consiste
La dieta a zona è stata inventata dal dottor Barry Sears oltre 20 anni fa. Più che di una dieta dimagrante si tratta di un vero e proprio stile di vita rivolto alla salute e al benessere.
La dieta a zona è stata inventata dal Dr Sears. Il medico ha sviluppato una diete basandosi su un determinato tipo di ormoni, gli elicosanoidi, responsabili di ogni comportamento fisiologico umano. Il Dr Sears si accorse che i livelli di questi ormoni potevano cambiare in funzione della alimentazione. Ed ha pertanto studiato un opportuno regime dietetico, anzi, forse sarebbe meglio chiamare stile di vita, atto a sfruttare gli elicosanoidi.
Dieta a zona: gli elicosanoidi e l’insulina
Gli elicosanoidi, come abbiamo precedentemente sottolineato, sono ormoni capaci di agire da messaggeri biochimici regolando il comportamento fisiologico umano. Questa particolare famiglia di ormoni, a cui appartengono anche prostaglendine , insulina e ormone della crescita, ha la peculiarità di essere fisicamente divisibile in due sotto famiglie. Elicosanoidi buoni e elicosanoidi cattivi. I primi, quelli buoni sono ad esempio tutti quegli ormoni che inibiscono la aggregazione delle piastrine, favoriscono la vaso dilatazione, stimolano le difese immunitarie e combattono le infiammazioni. L’altra faccia degli elicosanoidi, quelli cattivi, favoriscono la aggregazione piastrinica, favoriscono la vasocostrizione, rallentano le difese immunitarie e favoriscono le infiammazioni. La dieta a zona ha proprio lo scopo di bilanciare la produzione di queste due grandi famiglie di ormoni, riuscendo a creare una equità che non può che condurre al completo benessere psicofisico.
La dieta a zona prende in considerazione, in particolare, anche l’ormone dell’insulina. L’insulina è un prodotto del pancreas ed ha un antagonista, il glucagone. L’insulina è l’ormone che ha il compito di regolare il livello di glicemia nel sangue ed entra in azione soprattutto dopo i pasti. Un eccesso di insulina può portare ad un eccesso di adipe. Infatti dopo aver mangiato alimenti zuccherini, come i carboidrati, la glicemia ha un forte sbalzo in avanti. A questo sbalzo corrisponde uno tale e quale dell’insulina, che, una volta sistemato il fegato e i muscoli, si deposita nelle cellule adipose. Ergo: ingrassiamo. Il glucagone invece ha la funzione opposta. Riesce a ‘scuotere’ l’energia immagazzinata e, al pari dell’insulina, se in eccesso può essere dannoso. La dieta a zona cerca proprio di bilanciare la secrezione di questi due ormoni, riuscendo a stabilire un equilibrio tra proteine, carboidrati e grassi e favorendo così il dimagrimento.
Dieta a zona: al bando le calorie
La dieta a zona è un regime alimentare che non si basa sulle calorie, bensì sugli ormoni. Da questo punto di vista si tratta di una dieta decisamente innovativa. Tutto il regime della dieta a zona ruota intorno al ragionamento che diventa ‘ormonale’, non più ‘calorico’. L’intera logica si basa sulla differenziazione delle calorie. Una caloria proveniente dalle proteine avrà un effetto diverso sul nostro corpo rispetto a una che proviene dai grassi piuttosto che dai carboidrati. Ed è proprio su questa differenziazione che si basa l’intera dieta a zona.
Quindi la dieta a zona è una dieta ormonalmente corretta. Una dieta che cerca di stabilire l’equilibrio tra gli ormoni ai fini di sfruttarne tutti i benefici, compreso il dimagrimento. Per riuscire nello scopo, si riferisce alla quantità assoluta di proteine, grassi e carboidrati assunti ad ogni pasto. Ognuno di questi 3 nutrienti deve essere presente nella dieta a zona. La quantità deve essere calcolata in base all’attività fisica del paziente e alla sua massa grassa.
Dieta a zona: ma come funziona?
Ok, ma in soldoni come funziona la dieta a zona? Gli alimenti di cui sopra, carboidrati, proteine e grassi, devono essere assunti in una particolare proporzione: 40/30/30. Solitamente il medico determinerà in un primo passo, il livello di massa grassa, calcolerà quindi il livello proteico necessario per il nostro fisico. Derivando dal fabbisogno proteico e avvalendosi della proporzione 40/30/30, si calcolerà il fabbisogno di grassi e di carboidrati. Ci sono comunque delle linee guida a cui attenersi:
- ½ grammi di proteine ogni kg di massa magra, a seconda della attività fisica.
- Ogni 7 grammi di proteine consumate 9 grammi di carboidrati
- Ogni 7 grammi di proteine, consumate 3 grammi di grasso.
Dato che non è così intuitivo, a meno che non vi vogliate armare di calcolatrice scientifica, a questi valori sono stati associati dei blocchi:
- un blocco di proteine equivale a 7 g di proteine
- un blocco di carboidrati equivale a 9 grammi di carboidrati
- un blocco di grasso equivale a 3 grammi.
La dieta a zona verrà quindi riferita ai blocchi e non ai grammi. Quindi: calcolo blocchi proteici in relazione alla quantità di massa grassa e all’attività fisica e conseguente calcolo degli altri blocchi. Il totale deve poi essere suddiviso tra i pasti della giornata che, nella dieta a zona in particolare, devono essere almeno 5 o 6. Dunque, sappiamo quanti blocchi di ciascun elemento compongono ogni singolo pasto o spuntino. Non ci resta che abbinarli nel migliore dei modi.
- Carboidrati: quali scegliere
Il dottor Sears intima di mangiare solo carboidrati favorevoli, cioè quelli che hanno un basso indice glicemico. Quali sono ? quelli che derivano da frutta e verdura. Assumendo questo tipo di carboidrati si favorisce l’equilibrio dei valori di insulina.
- Proteine: quali scegliere
Le proteine concesse sono tutte quelle che derivano da alimenti con bassi valori di grasso saturo, come il pollo, il tacchino, pesce albume di uovo e tofu. Le proteine sono necessarie per la dieta a zona perché permettono di stabilizzare la produzione di glucagone, l’antagonista dell’insulina.
- I grassi: non eliminateli
Nella dieta a zona i grassi non vanno assolutamente eliminati. Infatti i grassi servono per proteggere gli organi, per mantenere la pelle sana e anche per produrre un ormone, la colecistochinina o CKK che è la responsabile del ‘senso di sazietà’. Non si tratta quindi di eliminarli, ma di contenerli. Assumendone IL 30% avrete dei benefici. Evitare sia grassi saturo i che la margarina. Favorire arachidi, noci, nocciole e olio di oliva. Anche tonno, salmone e sgombri sono fonti di grassi buoni, consentiti nella dieta a zona. evitare carni rosse e tuorli d’uovo.
Dieta a zona: i pasti
Come per tutte le diete, anche nella dieta a zona il pasto principale della giornata è senza dubbio la colazione. deve essere fatta con la stessa regola dei blocchetti: 1/1/1 e meglio se entro un’ora dal risveglio. Tutti gli altri pasti è bene che non siano troppo lontani di 2 o 3 ore l’uno dall’altro. Questa frequenza servirà a mantenere il metabolismo accelerato. Bere molta acqua, almeno 200 ml ogni 30 minuti, soprattutto quando il fisico è a riposo e sempre 30 minuti prima del pasto. molto importante affinché il vostro corpo si mantenga in zona, è fare uno spuntino 30 minuti prima di andare a dormire, così che il metabolismo non rallenti neppure durante il sonno.
Ma la dieta a zona funziona? Sembra proprio di sì e a dirlo sono in migliaia, soprattutto sportivi, che ne beneficiano ogni giorno. La dieta a zona, se correttamente seguita, non solo contribuisce alla perdita di peso, ma anche alla salute e al benessere globale del paziente, migliorando le funzioni del nostro organismo. Ovviamente come tutte le diete dimagranti, deve essere prescritta da un medico specialista ed essere eseguita sotto stretto controllo.