Aborto spontaneo: cosa c’è da sapere
L’aborto è stato più volte al centro di cocenti discussioni e dibattiti e tutt’oggi non vi è una sola concezione a riguardo. Netti i confini che dividono i due fronti: favorevoli e contrari. Ma se si tratta di aborto spontaneo allora le cose cambiano.
Come tutti sapranno l’aborto spontaneo è un’interruzione della gravidanza dovuta a cause naturali e non a metodi farmacologici o chirurgici e purtroppo è molto più frequente di quanto comunemente si ritiene: circa un terzo delle gravidanze terminano con un aborto spontaneo e l’ 80% di questi si verifica nelle prime settimane di gravidanza. Fortunatamente solo nel 3% dei casi alla stessa donna possono capitare 2 aborti spontanei e, solo nello 0.5-1% dei casi, 3. Gli stessi studi statistici hanno mostrato che la tendenza ad abortire spontaneamente aumenta all’aumentare dell’età della donna passando dal 12% circa tipico di una ragazza intorno ai vent’anni al 50-70% dopo i 45. C’è chi correla anche l’età paterna con l’aborto spontaneo anche se fino ad ora questa resta soltanto una supposizione avvalorata da ben poche prove. Ovviamente il verificarsi di un aborto spontaneo , seppure sia un evento spiacevole, non deve influenzare negativamente la coppia anche perché, tranne nel caso in cui vi siano gravi problemi, non pregiudicherà la possibilità di avere future gravidanze regolari.
Cause e sintomi che nella maggior parte dei casi precedono l’aborto spontaneo.
Le cause dell’aborto spontaneo possono essere molte e i fattori che possono influenzare, anche negativamente, la gravidanza in genere sono tantissimi. I più importanti e rilevanti sono senz’altro i fattori fetali e i fattori materni tra cui:
- anomalie morfologiche o assenza dell’embrione nella camera gestazionale;
- aberrazioni cromosomiche del feto o dell’embrione;
- anomalie cromosomiche numeriche (nell’86% dei casi) o strutturali (nel 6% dei casi);
- cariotipi imperfetti dei genitori che creano cellule uovo o spermatozoi anormali con corredo genico alterato;
- alterazioni e/o malformazioni dell’utero che ostacolano l’impianto dell’embrione – utero come utero setto, miomi sottomucosi, fibromatosi uterina;
- incontinenza cervicale per cui la cervice si indebolisce e si dilata anche in assenza di contrazioni causando aborti tardivi intorno al 3°-6° mese di gravidanza;
- fattori immunologici che comprendono la produzione di anticorpi e le malattie autoimmuni;
- sindrome dell’ovaio policistico che comporta una maggiore produzione di androgeni e resistenza insulinica;
- infezioni
- abuso di droga, alcol e/o farmaci;
- trombofilia (tendenza alla coagulazione eccessiva del sangue);
- alterazioni tiroidee;
- insufficienza del corpo luteo (condizione in cui il corpo luteo non produce quantità sufficienti di progesterone, ormone necessario per l’impianto e il mantenimento della gravidanza almeno nel primo trimestre)
La minaccia di aborto spontaneo si presenta solitamente con segnali caratteristici che, se riconosciuti in tempo, possono aiutare a prevenire il verificarsi di questo spiacevole evento. Occorre dunque fare attenzione alle perdite di sangue che rappresentano uno dei principali campanelli d’allarme a cui allertarsi. In alcune donne le perdite di sangue possono semplicemente rappresentare un assestamento dell’utero che nella maggior parte non comporta problemi e assicura il regolare proseguimento della gravidanza specie restando per un po’ a riposo. Se però le perdite si mostrano abbondanti e costanti si consiglia l’intervento del medico che, mediante un’ecografia interna potrà accertarsi che tutto vada bene o, in caso contrario, intervenire per limitare il più possibile i danni. Non sempre si presenta la minaccia d’aborto anzi, in molti casi, l’interruzione della gravidanza è del tutto asintomatica.
E’ il caso del cosiddetto aborto interno in cui l’embrione, anche quando non c’è più battito cardiaco, rimane nell’utero con la cervice perfettamente chiusa o quello della gravidanza anembrionica in cui c’è la presenza della camera gestionale correttamente impiantata nell’utero ma non vi è alcun embrione. Entrambi questi casi possono essere prevenuti e/o tenuti sotto controllo mediante continue ecografie e analisi appropriate di laboratorio controllando, per esempio, il dosaggio della betaHCG plasmatica ovvero della gonadotropina corionica umana , un ormone prodotto dalla placenta all’instaurarsi di una gravidanza.
E’ vero che non ci sono modi per prevenire l’aborto spontaneo?
Ebbene, purtroppo non ci sono regole ben precise il cui rispetto puntiglioso garantisca di non andare incontro a un aborto spontaneo; tuttavia il condurre una vita e una dieta sane ed equilibrate evitando comportamenti pericolosi e abitudini dannose per lo stato gravido, aiuta di sicuro a ridurre le possibilità che si presenti. Occorre allora innanzitutto eliminare alcolici e fumo (dove per fumo si intende anche quello passivo, ugualmente dannoso), magari praticare uno sport che distragga e rilassi allo stesso tempo come lo yoga o il nuoto evitando tutto ciò che provoca stress e non esagerare con l’assunzione di farmaci se pure si tratta di quelli che possono assumersi anche in gravidanza (si tratta pur sempre di sostanze chimiche).