Ablutofobia o paura di fare la doccia: cause, sintomi e cure

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Avere paura di bagnarsi e lavarsi è possibile se si soffre di ablutofobia, un problema di natura psicologica che non riguarda solo bambini e preadolescenti. Scopriamo meglio di cosa si tratta!

Paura di bagnarsi- foto ixil.info

Fino a qualche tempo fa si credeva fosse caratteristica di bambini adolescenti, eppure l’ablutofobia non è una semplice avversione verso le operazioni di igiene personale ma un vero problema che coinvolge anche gli adulti.

La persona che soffre di ablutofobia, infatti, ha paura di paura di fare la doccia e bagnarsi e cerca qualsiasi strategia pur di sfuggire a ogni forma di abluzione.

Non lavarsi e il suo significato psicologico comportano un grave disagio in chi ne è affetto e rappresentano terreno fertile per altri disturbi più o meno gravi.

Ablutofobia: Cause

Trauma- foto pixabay.com

L’ablutofobia o paura di entrare in contatto con l’acqua può essere considerata una fobia specifica, vale a dire una paura irragionevole rispetto a un oggetto e/o una situazione che rientra nei disturbi d’ansia (classificazione dei disturbi psichiatrici nel manuale diagnostico DSM-V).

Questo disturbo di natura psicologica può essere innescato da diversi fattori scatenanti, anche se non è sempre facile identificarli.

  • Trauma – All’origine della paura può esserci un evento traumatico sperimentato in prima persona o al quale si è assistito, come un annegamento.
  • Effetto boomerang – La paura dell’acqua può essere l’effetto della paura di un’altra persona vicina che soffre della stessa fobia.
  • Avversione – L’avversione infantile verso l’acqua o le operazioni di igiene personali può trasformarsi in una vera e propria fobia.

Ablutofobia: Sintomi

Paura- foto pixabay.com

L’ablutofobia si manifesta con l’avversione e il disagio ogni qual volta la persona che ne soffre pensa di dover entrare in contatto con l’acqua e procedere con l’igiene personale.

I sintomi cambiano da persona a persona, ma costituiscono la risposta del corpo a una situazione particolarmente stressante.

Al “non riesco a lavarmi”, il corpo reagisce come farebbe in qualsiasi momento in cui lotta per la sopravvivenza: pianto, affanno, mal di testa, tachicardia, brividi, confusione, senso di oppressione.

Le persone affette da ablutofobia soffrono di angoscia, stati ansiosi, sudorazione fredda, tachicardia, attacchi di panico e senso di mancanza d’aria.

Nell’ambito dei sintomi, però, occorre includere tutti i risvolti negativi che la mancanza di igiene provoca sul corpo, dalle infezioni alle malattie della pelle fino ai disturbi gastrointestinali.

Conseguenze

Isolamento- foto pixabay.com

Non farsi la doccia o il bagno può provocare problemi dal punto di vista psicofisico e gravi disagi dal punto di vista sociale.

  • Relazioni personali – Le relazioni personali e professionali risentono della mancanza di un’igiene personale e la persona “sporca” non viene accettata dagli altri.
  • Isolamento – Il rifiuto da parte delle altre persone potrebbe portare alla fobia sociale o al timore ossessivo verso gli spazi aperti (agorafobia).
  • Disturbi dell’immagine corporea – L’immagine e l’aspetto del corpo che si forma nella mente potrebbero risultare distorti e determinare un rapporto malsano con la fisicità.
  • Depressione – Il perenne stato d’ansia e le conseguenze sociali della paura di fare la doccia possono portare alla depressione più profonda.

Diagnosi

Il linea di massima se i sintomi dell’ablutofobia durano da oltre sei mesi e sconvolgono la qualità della vita allora è necessario rivolgersi a uno specialista (psicologo o psichiatra).

La valutazione iniziale non è affatto semplice, specialmente perché occorre indagare sulle cause scatenanti e sull’entità del problema.

Ablutofobia: Cura e trattamenti

Farmaci- foto pixabay.com

Le persone affette da ablutofobia devono essere sottoposte a un percorso di gestione dei sintomi ansiogeni scatenati dalla fobia.

Lo specialista può optare per interventi diversi (terapia in associazione o meno con terapia farmacologica) in base al paziente e alla gravità della condizione:

  • Terapia cognitivo-comportamentale – Questo tipo di terapia spinge il paziente a cambiare il modo in cui pensa e risponde alle sensazioni.
  • Farmaci – La terapia farmacologica a base di ansiolitici e depressivi può essere prescritta per brevi periodi con l’obiettivo di tenere sotto controllo i sintomi correlati al rifiuto di lavarsi.
  • Terapia dell’esposizione – La terapia pone il paziente di fronte alla causa della paura lavorando su tante piccole esperienze.
  • Tecniche di auto-aiuto – Pratiche come lo yoga, l’attività fisica o l’eliminazione del caffè sostengono il controllo dei sintomi e permettono di imparare modi sani di combattere le paure.

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