Melioidosi: cause, sintomi e cure
La melioidosi è un’infezione causata da un batterio presenti in terreni, risaie e acque stagnanti delle regioni tropicali a carattere umido. Le persone che si ammalano possono presentare una serie di comuni sintomi che rischiano di diventare pericolosi per la salute, soprattutto se trascurati o sottovalutati.
Il batterio responsabile della melioidosi è il Burkholderia pseudomallei, un bacillo Gram-negativo diffuso specialmente nelle regioni tropicali del Sud-Est asiatico e dell’Oceania: Tailandia e nord dell’Australia vivono una vera e propria ondata di contagi durante le stagioni umide.
Cause melioidosi
I batteri responsabili della melioidosi vivono e proliferano nei terreni umidi e in acqua, un elemento con cui molto spesso entra in contatto chi vive o si reca in vacanza in quelle zone. L’uomo può contrarre l’infezione in seguito alla contaminazione di piccole ferite cutanee, abrasioni e ustioni con terra e fango oppure all’ingestione o inalazione di acqua contaminata.
L’incubazione della melioidosi può durare da poche ore a quasi tre settimane e colpisce specialmente i soggetti che non godono di buona salute come diabetici, anziani e persone affette da talassemia.
Sintomi
Questo tipo di infezione può presentare manifestazioni cliniche molto variabili: infezioni inapparenti, infezioni dell’apparato respiratorio, infezioni diffuse e acute e altro. Se la melioidosi si presenta in forma cronica allora i caratteri dell’infezione possono assomigliare a forme di cancro o tubercolosi.
I più comuni sintomi della melioidosi possono manifestarsi in modo improvviso o graduale e decorrere in maniera diversa a seconda che si tratti di una forma fulminante o cronica:
- Anoressia
- Ascesso cutaneo
- Astenia
- Batteriemia
- Cianosi
- Colica
- Disorientamento temporale e spaziale
- Dispnea
- Dolore al petto
- Dolore alla parte alta dell’addome
- Dolori articolari
- Dolori muscolari
- Emoftoe
- Epatomegalia
- Faringite
- Flatulenza
- Ipotensione
- Mal di testa
- Meningite
- Noduli polmonari multipli
- Pustole
- Rantoli
- Splenomegalia
- Tachipnea
- Tosse
- Versamento pleurico
L’infezione polmonare acuta è la manifestazione clinica di melioidosi più frequente. Il suo esordio improvviso o graduale si presenta con cefalea, anoressia, dolore al torace e febbre alta, nonché con tosse caratterizzata da escreato striato di sangue.
Le forme di infezioni da Burkholderia pseudomallei croniche mostrano caratteri di infezione di tipo suppurativo, localizzate a livello di polmoni, cute, linfonodi e ossa.
La melioidosi setticemica è la forma più acuta dell’infezione perché esordisce all’improvviso con shock settico e coinvolgimento di più organi. Febbre ala, disorientamento, dispnea, lesioni cutanee pustolose, ipotensione, coliche addominali e cefalea grave.
Diagnosi
La diagnosi di melioidosi può essere effettuata tramite una serie di analisi ed esami volti a interpretare i segni e i sintomi per individuare la terapia adatta da seguire. In questo caso, oltre alle analisi del sangue e l’anamnesi, potrebbe essere necessario procedere con l’analisi delle colture per l’identificazione dei patogeni e diverse indagini sierologiche (emagglutinazione, immunofluorescenza diretta, dosaggio immunoassorbente legato all’enzima o test di fissazione del complemento).
Cure e trattamenti
La cura della melioidosi si basa sulla somministrazione di farmaci antibiotici e, nei casi più gravi, su un tipo di intervento chirurgico diretto a rimuovere l’eventuale ascesso polmonare.
Il parere medico sa come trattare diversamente i diversi casi e interpretare il quadro clinico del paziente per individuare la cura più indicata. In ogni caso, il trattamento farmacologico può svolgersi in due fasi:
- terapia iniziale intensiva (10-14 giorni) con ceftazidima, meropenem, o imipenem somministrati endovena.
- terapia orale di eradicazione (3-6 mesi) con trimetoprim-sulfametossazolo o in caso di resistenza a questi antibiotici con amoxicillina-acido clavulanico .
La prognosi terapeutica può dipendere da diversi fattori: tempestività di intervento, gravità della condizione, trattamento intrapreso e stato di salute del paziente. Bisogna tener presente che senza un’adeguata terapia si rischia che l’infezione diventi letale, considerando che il tasso di mortalità risulta minore del 10% dei casi, tranne in caso di melioidosi setticemica acuta.