Mal di testa: un disturbo “da donne”?

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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia circa 27 milioni di persone soffrono di mal di testa: poco meno della metà dell’intera popolazione.

mal di testa

La natura, le gradazioni e la frequenza di tale disturbo variano in maniera anche sensibile, e così anche le cause. Ma c’è un fattore ulteriore che desta l’attenzione degli analisti, e che nel corso degli anni ha raggrumato la maggior parte delle ricerche condotte sull’argomento: la prevalenza di soggetti di sesso femminile affetti da tale disturbo.

Una stima approssimativa individuerebbe in circa il sessanta per cento delle persone affette da mal di testa, nelle sue varie declinazioni, la percentuale di donne. Si tratta in prevalenza di individui adulti, ma non necessariamente in età avanzata: nella maggior parte dei casi, infatti, le forme ricorrenti di mal di testa si presentano dopo l’età dello sviluppo, con un grado di incidenza più o meno omogeneo per tutte le fasce di età.

Ma a cosa è dovuta questa maggiore rappresentanza di donne soggette a fenomeni associati al mal di testa? Capire le cause di tale disturbo è essenziale per elaborare una terapia corretta, dal momento che i motivi del suo insorgere potrebbero essere i più disparati. E se per una gran parte degli italiani convivere con episodi sporadici e isolati potrebbe non rappresentare un grave problema, per quella parte di popolazione ancora in attesa di un rimedio che li aiuti a capire come curare il mal di testa fortissimo e ricorrente in maniera definitiva, partire da una diagnosi corretta è di fondamentale importanza.

Partiamo da un dato: in molti casi, le scaturigini del mal di testa non variano da uomini a donne. Problemi posturali, sonno insufficiente o disturbato, problemi alle ossa, stress, ipertensione, un’alimentazione sbagliata, artrosi cervicale, persino malattie di carattere odontoiatrico: sono solo alcune delle possibili cause che possono essere interpellate in fase di diagnosi. E in linea generale sono quelle che percorrono “orizzontalmente” lo spettro di gran parte dei pazienti affetti da tale disturbo, senza distinzioni di genere. Poi c’è il fattore ormonale, legato alla produzione specifica di alcune sostanze all’interno dell’organismo, che rappresenta il vero differenziale tra uomini e donne, sancendo la predominanza di queste ultime nella casistica.

Il ciclo mestruale è uno dei fattori più incidenti. Durante tale fase, infatti, l’ipofisi è iper-stimolata, in quanto deputata a produrre due categorie di ormoni: quello luteinizzante e quello follicolo-stimolante, i quali a loro volta inducono la produzione ovarica e la secrezione – sempre da parte delle ovaie – di estrogeno e progesterone, ovvero i due principali agenti chiamati a predisporre l’organismo a una possibile fecondazione. Il principale effetto collaterale di questa iperattività endocrina è proprio l’insorgenza di emicranie (denominate appunto “mestruali”), che di solito iniziano a manifestarsi circa due-tre giorni prima dell’arrivo del ciclo. Per motivi analoghi, anche le gravidanze costituiscono un acceleratore ormonale e quindi un terrapieno ideale per la comparsa di mal di testa, a volte molto dolorosi e sfiancanti. Ovviamente, più le mestruazioni sono frequenti, ad esempio negli anni immediatamente antecedenti la menopausa, più i mal di testa aumentano di concerto.

Non esiste una cura univoca e definitiva contro il mal di testa. Tuttavia, esistono delle terapie più o meno efficaci, non tutte di carattere medico. Infatti, solo nei casi più gravi si ritiene utile ricorrere a farmaci o cure ormonali. Nella stragrande maggioranza delle pazienti, invece, è sufficiente praticare con regolarità una corretta ginnastica posturale. Si tratta di una ginnastica dolce, che si effettua prevalentemente da sdraiati o da seduti, e che consiste soprattutto in una serie di esercizi di respirazione. Essa può essere praticata anche dagli uomini, ed è in grado da sola di risolvere gran parte dei problemi: in genere bastano 10-15 minuti al giorno di esercizi per veder scomparire, o attenuare sensibilmente, il dolore.

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