Il frenulo linguale, rimedi e cure

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La lingua è ancorata al palato inferiore da un filetto che si chiama frenulo linguale e la sua funzione è quella di tenere ancorata la lingua al palato. Se però ci sono delle anomalie riguardanti la lunghezza del frenulo si è in presenza di una patologia detta anchiloglossia. bocca donna

Di solito, poco prima della nascita, il frenulo si stacca dal palato per permettere i giusti movimenti alla lingua del nascituro. In alcuni casi però questo non avviene o se avviene, magari il filetto non ha una lunghezza sufficiente per permettere al bambino la suzione del latte materno. Infatti il piccolo non riesce a succhiare ma morde il capezzolo provocando le ragadi alla neomamma senza riuscire a nutrirsi. Di solito per evitare che non sia possibile l’allattamento al seno, già in ospedale si procede con una frenulotomia che consiste nel taglio del frenulo. Di per sé l’intervento non è complicato e dura pochi istanti. Il chirurgo procede al taglio con delle forbici sterili e il bimbo può essere anestetizzato sulla parte in causa o addirittura senza alcuna forma di anestesia. Infatti il frenulo non è molto ricco di terminazioni nervose per cui non si sente un grande dolore al momento dell’incisione. Inoltre, il sanguinamento non è abbondante per cui il neonato può subito attaccarsi al seno e iniziare la suzione. Le complicazioni, se eventualmente ce ne fossero, sarebbero di natura infettiva e comunque legate anche ad un possibile sanguinamento della parte recisa con conseguente deglutizione di sangue.

Il frenulo corto o anchiloglossia si presenta quindi fin dalla nascita (tecnicamente si dice che è congenito) e di solito si trasmette per via ereditaria così che è possibile avere più individui con questa patologia che appartengono alla stessa famiglia. Si ricorre in genere all’intervento solo se la situazione è particolarmente grave e cioè non permette la deglutizione e la suzione. In altri casi, meno gravi, non si fa nulla ma si aspetta che il bimbo raggiunga i sette anni di età e quindi una certa maturità di sviluppo del palato. A questo punto, se il difetto non è rientrato da solo, (in alcuni casi infatti il frenulo si allunga spontaneamente durante la fase di crescita) si procede con l’intervento. Ovviamente sarà lo specialista a valutarne la reale necessità.

Con una visita approfondita si stabilisce il grado di mobilità della lingua. Di solito il paziente non riesce a tirare fuori la lingua oltre il limite dei denti inferiori e neppure a muoverla spostandola da destra a sinistra. Potrebbero esserci anche delle difficoltà nel pronunciare parole con la R o la S, Z, T. Inoltre, chi soffre di anchiloglossia sarebbe a rischio di gengiviti o carie frequenti perché l’igiene orale sarebbe resa difficile dal frenulo corto. Lo spazzolino non potrebbe agire in maniera efficace perché impedito dalla scarsa mobilità della lingua. Anche i denti, soprattutto gli incisivi, potrebbero essere ritorti all’indietro.

Sempre con la frenulotomia o con un intervento di frenuloplastica, più complicato perché mira con un taglio longitudinale ad allungare il filetto, si procede nei casi più gravi. Quando ci sono evidenti e manifesti problemi nella masticazione o deglutizione o anche nel parlare, l’intervento è l’unica soluzione adottabile. Anche in questi casi le complicazioni possono essere eventuali infezioni, danni alle ghindole salivari o alla lingua stessa. In più, nel caso si pratichi una frenuloplastica, potrebbero restare delle cicatrici causate dai punti di sutura.

Sarà inoltre necessario sottoporsi ad un breve periodo di riabilitazione e consultare un logopedista per vedere di migliorare la pronuncia di alcune parole.

Infine, anche nei soggetti più anziani che hanno convissuto una vita intera con questa patologia di bassa gravità, si arriva all’intervento chirurgico in fase avanzata in quanto il frenulo corto potrebbe causare una impossibilità a portare una protesi dentale.

Afta e frenulo

A volte il frenulo si infiamma. Nella mucosa della bocca si formano spesso delle macchie biancastre che provocano bruciore. Questo tipo di macchia si chiama in medicina afta e può colpire il filetto sottolinguale. Si presenta con una frequenza maggiore nelle donne perché durante il ciclo mestruale sono più esposte a queste piccole ulcerazioni o anche perché sono più soggette a squilibri ormonali o carenti di acido folico, vitamina B12 o ferro. Anche alcuni alimenti particolarmente allergeni, come il pomodoro, possono provocare l’afta. Il contatto delle labbra con animali domestici o con oggetti sporchi come matite o penne contribuiscono alla diffusione di batteri che provocano le ulcerazioni del palato. Infine anche lo stress è un fattore che contribuisce alla comparsa dell’afta perché di per sé, chi è particolarmente affaticato ha le difese immunitarie più basse del normale. L’afta passa da sola ma utili sono i risciacqui con collutori con clorexidina o con componenti naturali come l’aloe.

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