Il calazio interno, cos’è e come si cura
Il calazio interno si differenzia da quello esterno per la posizione in cui si manifesta. Le ghiandole di Meibomio che possono infiammarsi sono parecchie. All’incirca si può affermare che esiste una ghiandola per ogni ciglia presente sulle nostre palpebre, sia inferiori che superiori. Quando il dotto o canale che dovrebbe far fuoriuscire il sebo o liquido oleoso dalla ghiandola di Meibomio si ostruisce, la ghiandola inizia a gonfiarsi in quanto tutto il sebo rimane imprigionato al suo interno. Ovviamente si capisce subito che il calazio può presentarsi sia sulla palpebra superiore che inferiore. Se si nota un rigonfiamento della pelle posta sulla stessa palpebra, come se sotto la cute ci fosse una specie di pallina, si tratta di calazio esterno. Quello interno, per essere precisi, si forma sotto la palpebra e cioè nella parte interna.
La congiuntive è una membrana molto sottile che ricopre la parte interna delle palpebre e il bulbo oculare. Serve a proteggere queste parti così delicate. Il liquido prodotto invece dalle ghiandole di Meibomio serve a fissare il cosiddetto “film lacrimale” per impedire che l’occhio rimanga asciutto o secco per la velocità di evaporazione del liquido prodotto dalle ghiandole lacrimali, altrettanto importanti per la salute dell’occhio.
Nel caso si formi un calazio interno, questo si annida sulla congiuntive che ricopre la parte interna delle palpebre e ovviamente anche in questo caso può essere superiore (palpebra superiore) o inferiore (palpebra inferiore).
Comunque la congiuntive interessata e sede della formazione del calazio sarà sempre ed esclusivamente quella della palpebra e mai del bulbo oculare anche perché, come già ricordato prima, le ghiandole di Meibomio sono presenti in corrispondenza delle ciglia. A volte il calazio è proprio sul margine finale delle palpebre, ossia dove si originano le ciglia mentre in altri casi è più alto rispetto alla sede ciliare.
Per vedere un calazio interno è necessario sollevare la palpebra e rovesciarla leggermente. Si vedrà il calazio di un colore grigio-giallo.
Terapia
Per la terapia del calazio interno di solito si procede come per quello esterno con l’avvertenza che se si applicano degli impacchi si dovrà necessariamente cercare di andare più in profondità perché la parte da raggiungere non è esposta all’esterno ma rimane coperta all’interno della palpebra. Lavandosi accuratamente le mani si può procedere prendendo la palpebra con una mano e tenendola rigirata verso l’esterno, con l’altra mano inumidirla con una garzina sterile bagnata in acqua tiepida con l’aggiunta di varie sostanze come la camomilla o l’essenza di ginepro o altro ancora. In poche parole, l’impacco deve essere fatto in modo da raggiungere direttamente la parte che deve essere trattata e questo lo si può fare solo in modo meccanico e cioè con l’ausilio della mano che tiene sollevata la palpebra.
Se questo non fosse sufficiente o il calazio non dovesse andarsene nonostante ripetuti impacchi, allora si potrebbe ricorrere all’intervento chirurgico che dà buoni risultati nella stragrande maggioranza dei casi ed esattamente il 95% delle operazioni di questo tipo portano al successo definitivo.
Potrebbero formarsene altri ma in zone diverse, magari di esterni. Questo perché un individuo può essere più soggetto ai calazi come agli orzaioli rispetto ad un altro. Se però il calazio dovesse ripresentarsi sempre nello stesso luogo, sarebbe il caso di procedere ad un esame istologico perché potrebbe non trattarsi di un semplice papilloma ma di una forma tumorale maligna.
Il 5% delle operazioni non va a buon fine se rimangono cicatrici permanenti sulla cute o se il calazio non scompare del tutto.
Dopo una leggera anestesia locale si procede all’incisione del calazio. Prima viene isolato con una pinza in modo da ridurre il pericolo di sanguinamento eccessivo e poi inciso. Viene drenato e se il calazio è interno, questa operazione viene fatta dall’interno della palpebra altrimenti direttamente dall’esterno. Spesso però si tende a incidere la palpebra dall’interno anche se la cisti è esterna. Tale accorgimento viene fatto per evitare che si noti una cicatrice dopo l’operazione. I punti di sutura si possono dare o non dare a seconda di quanto era grossa la massa da asportare. In generale questi punti vengono poi tolti dopo una settimana. Anche per i calazi interni di notevoli dimensioni vengono applicati sottilissimi punti di sutura.
L’occhio per tale motivo rimarrà penalizzato almeno per una settimana, ossia fino alla presenza dei punti perché la palpebra, calando, farà sentire la presenza di questi corpi estranei all’interno del bulbo. Non c’è da temere, passati i giorni necessari e tolti i punti, tutto ritornerà come prima, anzi, meglio!