Fitoterapia: curarsi con le erbe medicinali
La Fitoterapia può essere considerata in tutto e per tutto la prima medicina usta dall’uomo. Le sue origini risalgono alla preistoria. Fitoterapia occidentale, medicina Ayurvedica, Erboristeria Cinese: tutte rami della stessa disciplina, la medicina naturale.
La fitoterapia, spesso indicata come medicina botanica, è una pseudo scienza che si basa sull’uso delle erbe medicinali sfruttandone il loro valore terapeutico. Le erbe medicinali contengono una serie di composti chimici capaci di prevenire o curare malattie. L’uso della fitoterapia ha origini lontane. Da sempre, fin dalla preistoria, l’essere umano ha utilizzato le erbe medicinali per curarsi. Famosa ancora oggi la fitoterapia cinese, che ha origini lontanissime. Anche nel mondo occidentale le origini di questo tipo di ‘medicina’ sono lontane nel tempo: testimoni ne sono Ippocrate e Galeno per la cultura Greca. Lo sviluppo europeo sembra risalire però al 15° secolo.
Ogni differente popolazione da la sua spiegazione all’uso di determinate erbe medicinali. Alcune culture credono che la forma di alcune piante, o parti di pianta, come possono essere le foglie, diano indicazione sul potere terapeutico della pianta stessa. E così la pianta con la foglia a forma di cuore sarebbe usata per curare problemi cardiaci. Dal Medio Evo l’approccio è lentamente cambiato. Molti studiosi hanno cercato di classificare i rimedi delle varie erbe medicinali a seconda dei loro effetti sui pazienti. Il primo approccio di valore scientifico della storia.
A seconda delle culture, possiamo suddividere la fitoterapia in tre grandi classi principali:
- Tradizione occidentale a base di erbe , su fonte medioevale
- Tradizione ayurvedica indiana
- Medicina erboristica cinese
In tutte e le tre le discipline si può partire indifferentemente dalla intera pianta o da una parte di essa, spesso miscelando più specie di erbe medicinali. Le erbe vengono bollite in acqua o alcool e trasformate in tisane (qui va il link), decotti pomate o sciroppi.
Fitoterapia: che ne pensa la scienza ufficiale
L’approccio fitoterapico prevede il perfetto bilanciamento tra le così dette 3 Q: Qualità formativa, Qualità dei controlli e Qualità produttiva. Tutte e tre si basano sul Principio Attivo, elemento terapeutico fondamentale che differenzia la fitoterapia dalla omeopatia. La Qualità formativa non controlla solo il valore del principio attivo, ma anche la quantità di materia prima utilizzata. Qualità dei controlli: ogni erba medicinale per poter essere considerata medicinale fitoterapico, deve rispondere a specifici standard di purezza, stabilità, assenza di carica batterica e radioattività ecc.. Qualità produttiva: Le erbe medicinali devono essere trasformate in precise strutture autorizzate dal Ministero della Salute, che rispondano agli standard qualitativi richiesti. Ad esempio deve seguire le regole specifiche per la fabbricazione, come fonte di garanzia per il prodotto finito. Devono essere rispettati anche tutti i criteri necessari ad una buona coltivazione, i così detti GAP (Good Agricoltural Practices), che permettono all’erba medicinale di diventare un prodotto fitoterapico.
Questa serie di requisiti permettono alla scienza ufficiale di definire la qualità del prodotto fitoterapico in questione. E di distinguere un prodotto fitoterapico da un qualsiasi prodotto naturale. I farmaci fitoterapici devono quindi rispondere a determinate caratteristiche. Ogni pianta o erba medicinale contiene dei principi attivi derivanti esclusivamente dalla erba stessa. Tutti i componenti dell’erba medicinale sono utili per stabilire l’attività terapeutica del medicinale finale. Ma attenzione, non tutto quello che è naturale è anche innocuo.
Fitoterapia: nasconde dei rischi?
Ebbene sì. Come abbiamo appena detto l’uso delle erbe medicinali in fitoterapia deve seguire determinate regole che le portano ad essere dei veri e propri medicinali. Dobbiamo puntare l’attenzione sul fatto che molte erbe medicinali hanno sì principi attivi con scopo terapeutico, ma anche delle sostanze tossiche che servono per auto-proteggersi da eventuali parassiti o malattie. E proprio queste sostanze possono dare problemi agli esseri umani.
Prima di tutto dobbiamo ricordare che i medicinali fitoterapici possono interferire con l’uso di farmaci tradizionali. Ad esempio, l’uso combinato dell’erba di San Giovanni con un medicinale classico come il Warfarin può condurre addirittura alla morte.
Molti prodotti derivanti da erbe medicinali, soprattutto derivanti dall’estero, possono essere stati alterati in combinazione anche con altre piante. Non sempre la combinazione di più erbe medicinali è sicura al 100%.
Attenzione in caso di gravidanza e allattamento. Non fatevi convincere da libri o articoli specifici: ogni medicinale fitoterapico deve essere prescritto da un medico specialista.
Concludendo, fate attenzione ai farmaci derivati da erbe medicinali non certificati nei paesi europei. Diffidate anche dai prodotti orientali venduti senza il marchio CEE. La Organizzazione Mondiale della Sanità definisce i medicinali fitoterapici come tutte quelle sostanze che rispondono a determinate caratteristiche chimiche e fisiche che possono sia contenere Principio Attivo che Eccipienti. Ogni Farmaco fitoterapico può essere messo in vendita esclusivamente se ha risposto positivamente a determinati controlli: sono fabbricati con le regole di buona qualità, sono dimostrati sicuri e efficaci, confezionati etichettati secondo le regole CEE e inoltre, cosa più importante, sono prescritti e distribuiti da medici o farmacisti.
Ma tutto quello che è naturale fa bene? Eh, no. Attenzione. Per curarsi con la fitoterapia dobbiamo essere guidati da uno specialista, mai fare cure fai date. Perché non tutto quello che è naturale è anche innocuo…