Cos’è il ricatto morale e come difendersi
Quando si parla di salute e benessere non possiamo escludere tutto il campo della sfera emotiva. E’ fondamentale infatti, cercare di star bene con noi stessi e l’ambiente che ci circonda, imparando anche a riconoscere quelle forme di ricatto morale che ci impediscono di auto-realizzarci.
Il ricatto morale in realtà è solo una delle forme di sabotaggio che gli altri fanno, volontariamente o involontariamente, verso di noi. Oggi però, voglio parlare di questo preciso problema che coinvolge più persone di quante vogliamo ammettere.
In realtà forse, guardandoci dentro, tutti almeno una volta abbiamo giocato questa carta. Nelle migliori delle ipotesi ci siamo pentiti chiedendo scusa o, forse, un’altra ottima ipotesi è che la persona che ha subito il ricatto non ha ceduto, insegnandoci qualcosa di positivo.
Perché il ricatto morale ha potere su di noi?
Perché siamo esseri umani, siamo animali che hanno bisogno della società per realizzarsi, stringere relazioni, semplicemente vivere. Amiamo il contatto con il prossimo, c’è chi ne ha più bisogno di altri ma di base, la stragrande maggioranza dell’umanità sente la necessità di stringere relazioni.
Le relazioni sono belle ma non prive di ostacoli. Il ricatto morale viene esercitato da quelle persone alle quali vogliamo bene o con le quali passiamo gran parte del nostro tempo (come un datore di lavoro). Il ricatto morale fatto da uno sconosciuto non avrebbe su di noi nessun tipo di effetto, mentre quello di un partner, di un genitore o un amico stretto, lo ha eccome.
Il ricatto morale è un’ombra per la nostra libertà, per il nostro star bene. La formula più comune è “fai questo o…”. Un esempio? Studia legge o ti tolgo l’aiuto economico. Questo è una forma molto comune di ricatto morale ma, ne esistono anche altre, molto subdole e difficili da riconoscere.
Definiamo il ricatto morale
E’ una forma di manipolazione che condiziona il nostro modo di agire. Mette i bastoni tra le ruote alla nostra libertà. Annienta il nostro stato d’animo. Mina il nostro star bene. Una persona minaccia la nostra libertà, facendoci capire che se non facciamo ciò che vuole, ci punisce.
La persona (il genitore, l’amico, il partner…) cerca di ottenere da noi qualcosa che va contro le nostre aspettative o sentimenti. Accusandoci di egoismo perché non accettiamo di vivere la vita così come la vogliono loro.
Solo una persona alla quale teniamo e ci conosce molto bene, può avere un simile potere verso di noi. Almeno che non si tratti di un rapinatore che non ci stia davvero ricattando, ma qui non si parla più di “morale” ma di pericoli fisici ai quali dobbiamo rispondere nel modo più idoneo possibile per salvaguardare la nostra incolumità.
La persona che mette questa ombra nella nostra vita sa chi siamo, conosce le nostre debolezze. Fa leva sulle nostre paure per farci cambiare idea. Cerca di appellarsi al senso di dovere, al rischio di perdere relazioni o di mettere in gioco un conflitto. Molto spesso chi ricatta, gioca la carta della relazione che può inclinarsi, degli affetti che “irrimediabilmente” saranno perduti.
Lo scopo ultimo del ricatto morale, e che molto spesso viene raggiunto, è quello di farci sentire indifferenti, egoisti e malvagi. Viene giocata la carta della paura. Vogliono insinuare dentro di noi quest’ombra.
Come riconoscere il ricatto morale?
Esistono vari tipi di ricatti morali, Susan Forward nel suo libro Emotional Blackmail, ha distinto quattro categorie. Vediamole.
- Il punitivo: a mio avviso il più comune. E’ il ricattatore morale che ci dice senza mezzi termini che, se non accondiscendiamo ciò che desiderano, andremo contro delle conseguenze. Es: se adesso esci non mi vedrai mai più o se non concludi questo lavoro oggi sei licenziato.
- L’autopunitivo: è la persona che ci ricatta in modo esplicito, dicendo che dobbiamo fare ciò che vogliono altrimenti soffriranno a tal punto da farsi del male. Ci minacciano facendoci sentire in colpa e responsabili per loro. “Se mi lasci mi faccio del male”.
- La vittima: non minaccia di punire ma neanche di punirsi, solo che ogni volta che può, ci fa notare come la nostra scelta la faccia soffrire. Di come la colpa del suo dolore sia tutta nostra.
- Il seduttore: colui che ci promette ogni cosa, se accettiamo di fare come vuole lui. Altrimenti ci lascerà senza niente.
Il problema che non è affatto facile riconoscere un ricatto morale. Chi effettua su di noi questa pressione, la maschera a tal punto che ci inducono davvero a mettere in discussione le nostre decisioni. Ci fanno sentire davvero in colpa e riescono a liberarsi di ogni porzione di colpa.
Il ricattatore spesso non si rende neanche conto di essere tale, perché è sicuro di fare tutto per il bene dell’altro, con il massimo amore e tenerezza. Ecco che noi ricevendo il ricatto morale così ben celato che neanche chi lo esercita si rende conto della sua presenza, ci sentiamo bisognosi di modificare la situazione, rinunciare. Diventiamo confusi e arrabbiati. Miniamo la nostra libertà di scelta. Si perde fiducia in noi stessi, si compromette la nostra autostima.
Il ruolo della vittima nel ricatto morale
C’è il ricattatore e c’è la vittima. Il primo esercita la pressione, il secondo permette all’altro di esercitarla, semplicemente subendola più volte. Chi entra in questo “gioco” spesso non si accorge affatto di esserci. Altre volte la vittima si accorge di tutto, ma non sa comunque far fronte alla cosa, perdendo il gioco.
La “vittima” cede al ricatto perché ad esempio desidera mantenere la pace ed evitare conflitti. Oppure perché tende ad assumersi troppe responsabilità e vuole far di tutto per non far soffrire l’altra persone. Può trattarsi del bisogno di sentirsi sempre approvati a tal punto da assecondare il volere altrui.
Il ruolo del ricattatore
Difficilmente chi fa un ricatto morale è spinto da cattive intenzioni. Nella maggior parte dei casi, nutre buoni propositi o ha semplicemente paura. Il ricatto morale è un modo per difendersi. Ciò non toglie che sia una reazione nociva, specialmente per la persona ricattata che prova dentro di se una grande angoscia e insoddisfazione, arrivando nel tempo a provare rancore verso chi gli ha impedito gettandogli addosso questo spettro, di seguire la sua vera strada.
Come uscire dal ricatto morale
Il primo passo è rendersi conto di tutto. Dopo, individuare le motivazioni che si trovano alla base e dopo, correggere il comportamento. Sia che ci troviamo dalla parte di chi ricatta sia di chi lo subisce.
E’ necessario definire la propria posizione, affermare in modo deciso qual è il nostro bisogno e che non vogliamo accettare in alcun modo un simile ricatto. Lasciando comunque la libertà all’altra persona di decidere cosa fare del rapporto.
Nel momento in cui cerchiamo di liberarci di questo gioco, sappiamo fin troppo bene che il rischio è quello di perdere la relazione, inclinare i rapporti. Non sempre è possibile trovare un punto d’incontro e far capire all’altra persona che non solo è importante la nostra libertà, ma anche la sua comprensione.