Calvizie ad evoluzione lenta, come riconoscerla
Esiste una tipologia di calvizie definita ad evoluzione lenta che presenta caratteristiche particolari: ecco come riconoscerla e trattarla efficacemente.
Quando si parla di calvizie, lo si fa di solito in modo molto generico, quasi come se fosse un fenomeno che assume le stesse modalità e caratteristiche in qualsiasi soggetto, uomo o donna. In realtà si tratta di una problematica variegata. Una tipologia di calvizie molto diffusa e comune è quella che viene definita “ad evoluzione lenta”.
Riconoscerla non è difficile proprio per la sua progressione lenta, ed è più facile intervenire con successo una volta individuata.
Istituto Helvetico Sanders si occupa da oltre trent’anni di qualsiasi tipologia di calvizie e offre soluzioni personalizzate in base alla problematica realmente esistente.
Ecco cosa c’è da sapere sulla calvizie ad evoluzione lenta, come si riconosce e come si può intervenire.
Quali sono gli stadi della calvizie?
La calvizie maschile è stata classificata in diversi stadi che permettono allo specialista di individuare il livello di gravità e di intervenire in modo mirato, oltre a capire se ci si trova in presenza della calvizie ad evoluzione lenta.
Ecco la classificazione dei diversi stadi.
- Al primo stadio si ha solo una lieve stempiatura.
- Al secondo stadio, il diradamento è più evidente nella zona fronto-temporale.
- Al terzo stadio la recessione dei capelli è ancora più marcata, si notano zone semi-calve.
- Al quarto stadio il diradamento frontale si allarga e si cominciano a perdere capelli anche sul vertice.
- Al quinto stadio l’area calva della zona temporale e quella del vertice si uniscono.
- Al sesto stadio la zona alta della testa è del tutto calda e il diradamento si estende anche alle aree laterali e posteriori.
- Al settimo stadio, l’ultimo, il paziente è completamente calvo, con eventualmente soli pochi capelli nella zona vicina alle orecchie.
Cos’è la calvizie ad evoluzione lenta?
Negli uomini si possono distinguere due tipologie di calvizie a seconda della velocità di progressione della problematica.
- La calvizie ad evoluzione rapida inizia di solito verso i 17-18 anni, diventando importante a 19-20, aggravandosi ulteriormente tra i 22 e i 23 anni (a questa età si può avere già una calvizie al quinto stadio), fino a diventare completamente evoluta tra 28 e 30 anni. Chi ne è colpito, presenta angoli di alopecia frontoparietale profondi e molto aperti.
- La calvizie ad evoluzione lenta, invece, si presenta tra i 27 e i 35 anni in media e progredisce molto lentamente nei decenni successivi, senza mai diventare grave. La calvizie ad evoluzione lenta non supera generalmente il terzo stadio, solo nel 10-15% dei casi arriva al quarto o quinto stadio.
Per accorgersi di quale tipologia di calvizie dobbiamo combattere, basta quindi osservare l’età a cui si cominciano a perdere in modo consistente i capelli e la rapidità con cui la calvizie si aggrava.
Appare dunque evidente che la calvizie ad evoluzione lenta è meno preoccupante di quella ad evoluzione rapida e può essere trattata con maggiore successo proprio perché la sua progressione è molto lunga: in altre parole, si ha abbastanza tempo per intervenire con trattamenti e prodotti mirati. Se si comincia a trattarla nelle fasi iniziali, non c’è quasi mai bisogno di ricorrere ad un trapianto.